Alberto Dalla Palma per il Messaggero - Estratti
(…) «L'Italia ci ha fatto subito soffrire con quella sciocchezza in avvio contro l'Albania ma grazie alla sua caparbietà e alla scarsa resistenza degli avversari abbiamo cominciato con una buona vittoria», ci dice il volto di Sky Sport Paolo Di Canio, che punta tutto su Spalletti per il futuro azzurro. «Non ci sono campioni eccelsi nella nostra nazionale, non ci sono i fuoriclasse di una volta e allora la differenza può farla proprio il nostro ct. Sono fiducioso come si è già visto contro l'Albania».
Una vittoria sofferta.
«Appunto, per questo dico e confermo che è un'Italia senza fuoriclasse in grado di decidere le partite. Pensavo le stesse cose che poi ha detto Spalletti: tanto volume di gioco ma poca sostanza. Io aggiungo contro una squadra scarsa, incapace di difendere e di palleggiare. L'Italia non ha saputo approfittare delle occasioni e alla fine ci ha salvato una costola di Donnarumma, altrimenti sarebbe finita 2-2».
Un altro successo come nel 2021 è impossibile?
«Ho visto Spagna e Germania andare a una velocità superiore. Aspettiamo la crescita di squadra, grazie a Spalletti, perché nessuno di questi giocatori in un mese può diventare fenomeno. Spalletti non può dirlo, ma non abbiamo avuto la forza di osare perché non abbiamo campioni».
Ma c'è il blocco dell'Inter che vale tanto:
«Volete conoscere il mio pensiero? In Italia la squadra nerazzurra non ha rivali, almeno per adesso, ma secondo me non ha neanche un fuoriclasse».
Nemmeno Lautaro e Calhanoglu?
«Ottimi giocatori, non fuoriclasse. Guardate il centravanti: dilaga in serie A, fa fatica in Champions e ai mondiali perde il posto davanti ad Alvarez, del City. Il turco è bravo ma non spacciamolo per Xavi o Iniesta per favore».
Solo Spalletti è un top player, dunque
«Sì, come uomo e come allenatore è fuori concorso: lo stimo davvero. Non ha stelle e deve far brillare la sua. Luciano ha riportato il valore della maglia azzurra all'interno del gruppo, come aveva fatto Vialli, il mio dolce e caro amico Gianluca. Spalletti trasmette sentimento e capacità tattiche fuori dal comune».
FEDERICO CHIESA - ITALIA ALBANIA
Lasciamo la Germania e torniamo a Roma, dove i tifosi hanno contestato la Lazio.
«Ovvio, era più che naturale considerando l'evidente ridimensionamento della squadra e delle prospettive del club. I tifosi hanno diritto di esprimere il loro dissenso e lo hanno fatto nel modo più educato possibile. Ma non otterranno niente, questo è chiaro»
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Lei pensa che gli abbiano giocato contro?
«Non arrivo a dire questo ma quando tu promuovi capitano, in assenza di Immobile, uno come Luis Alberto che segnale puoi dare alla squadra? Si lamentava delle sostituzioni e continuava a chiedere la cessione, atteggiamenti poco sopportati dai compagni. Nello spogliatoio c'era burrasca».
Se n'è andato anche Felipe, oltre allo spagnolo.
«Che errore hanno commesso a Formello: lui sì che era uno a cui bisognava stare dietro, in modo da rinnovare il contratto prima della scadenza. Invece addio anche a lui, come l'anno prima a Milinkovic. Il ridimensionamento è palese»
FEDERICO CHIESA - ITALIA ALBANIA
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Come allenatore, ecco Baroni.
«Ottimo lavoratore e splendida persona, massimo rispetto per lui, ma anche questo è un chiaro ridimensionamento. Sarri poteva chiedere e pretendere giocatori, Baroni indicherà le sue necessità ma non potrà comandare. Indicherà tre nomi ma riceverà sempre il terzo, se gli andrà bene».
E' successo anche a Sarri
«Per Baroni la Lazio è come il Real Madrid: si giocherà le sue carte che non saranno mai assi di cuori. Proprio nel momento in cui allo stadio erano tornati 40-45 mila tifosi, ecco il solito passo indietro».
Nel nostro campionato rientra Conte.
«Sono curioso da morire perché voglio vedere come si ambienterà a Napoli, una città meravigliosa in cui sei sotto pressione e sotto l'attenzione della gente ventiquattro ore al giorno. Non come a Torino e a Milano dove Antonio riusciva a staccare la spina dopo il lavoro sul campo».
E poi c'è la variabile De Laurentiis.
«Ecco: riconoscerò il vero Conte se impedirà al suo presidente di entrare negli spogliatoi, se non ci riuscirà tutto diventerà più difficile e vorrà dire che anche Antonio è cambiato».
Non ci sarà più Mourinho.
«E' già diventato un ultrà del Fenerbahce, doppia sciarpa al collo e via, alla raccolta dei suoi nuovi tifosi. E' un uomo che ha bisogno delle attenzioni della gente, diverso da quello che vinceva tutto fino al 2017, quando è iniziato il suo cambiamento. Ha collezionato licenziamenti e la Roma con De Rossi si è messa a giocare a pallone».
Daniele promosso, dunque.
«Sì, ma ora ci vuole la conferma e come la Lazio anche il club giallorosso non mi sembra che sia in grado di costruire una squadra da primi quattro posti. Ha fallito la Champions di poco e non ci sarà più Lukaku».
La Juve ha salutato Allegri e assunto Motta.
«E io dico che per Thiago sarà difficilissimo fare meglio di Max, anzi sarei sorpreso se ci riuscisse. Dovrà lottare per lo scudetto e fare strada in Champions: ci avevano già provato con Sarri, a puntare sul gioco, ma i veterani lo avevano scaricato. Alla Juve si pensa solo a vincere. Potevi mai dire a Ronaldo cosa doveva fare? Per Motta sarà dura, vedrete, anche se Giuntoli potrà aiutarlo».
Chiudiamo con il suo amico Inzaghi.
«Simone è bravo, non ha fuoriclasse, ma vince il campionato. Ora faccia il salto di qualità: deve competere sia in Champions che in serie A, non continuare con la solita altalena, o una o l'altra».
LUCIANO SPALLETTI jose mourinho presentazione di jose mourinho al fenerbahce PAOLO DI CANIO