Tony Damascelli per “Il Giornale”
L'aviere capo dell'aeronautica militare italiana, Andrew Howe Curtis, vola altissimo e salta in lungo da campione vero. L'ultimo stacco in avanti lo ha offerto dialogando con Emanuela Valente su Radio Cusano Campus, così sbrigando il tormentone dell'inginocchiamento a giorni alterni degli azzurri:
«Secondo me i giocatori non si dovrebbero inginocchiare nella partita di domani, perché Black Lives Matter è una situazione molto americana. Ci sono situazioni anche qui in Italia ma quella è un'altra realtà, un altro mondo, lì un poliziotto ha ammazzato un uomo di colore, qui un poliziotto non ha quasi la libertà di agire, se fa male a un gatto lo mettono in galera. Io non ho mai subìto episodi di razzismo, forse qualcosa quando giocavo a calcio da piccolo, ma era più una questione di ignoranza, gente che mi insultava magari per provocarmi.
Sicuramente è pieno di razzisti, ci sono molte persone che discriminano per ignoranza. Se poi ci dobbiamo inginocchiare nei confronti del razzismo nel mondo, quello è un altro discorso. Se dobbiamo inginocchiarci per un movimento specificatamente americano mi sembra una forzatura sotto tutti i punti di vista. Se mi trovassi in America lo farei ma sono italiano. Non possiamo inginocchiarci soltanto per essere politicamente corretti».
Per chi non conoscesse Howe ricordo che il ragazzo è di colore, è californiano di Los Angeles, italiano agli effetti, immigrato all'età di cinque anni con la madre Renée Felton che aveva sposato in secondo nozze Ugo Besozzi di Castelbesozzo. Andrew fu detto «il Besozzi» da Carl Lewis ma per la gente di Rieti è Howe, di pelle nera e di cervello lucidissimo. Prevedo repliche stizzite contro questo Besozzi bianco. Perché lui non ha compreso il valore del ginocchio, non quello della lavandaia, ma il simbolo di denuncia che, invece è entrato appieno nel corpo e nella mente dei Lettiani and Savianisti, depositari in esclusiva del pensiero sano e giusto.
Chi non si allinea e non protesta, genuflettendosi, è un pirla o qualcosa del genere ancora peggiore. Andrew Howe ha commesso l'errore di non indossare l'abito ben stirato delle persone, come quelle di cui sopra, fonti della verità e della giustizia. Va da sé che scattano in automatico, nei suoi confronti, la critica e la derisione. Questo è il vero razzismo. Delle opinioni.
L'ASSOCIAZIONE ITALIANA CALCIATORI
Da lastampa.it
L'Associazione Italiana Calciatori «stigmatizza senza alcuna riserva la campagna diffamatoria e strumentale svolta nei confronti dei giocatori della Nazionale italiana. Tutti gli azzurri sono nostri iscritti; alcuni di essi sono membri nel nostro Consiglio Direttivo e parte attiva della vita e delle scelte associative.
Tutti hanno prestato il loro volto e la loro immagine, rendendosi diretti protagonisti nelle numerose iniziative contro ogni forma di razzismo e discriminazione che da anni stiamo portando avanti insieme a decine di organizzazioni e associazioni impegnate sul tema». Lo afferma in una nota l'Aic, l'associazione italiana calciatori, riferendosi alle polemiche sorte al gesto dell'inginocchiamento in sostegno al movimento Black Lives Matter.
giorgio chiellini contro romelu lukaku nel 2016
«La nostra Associazione e gli associati - aggiunge Aic - sono da sempre attenti al tema della discriminazione tanto che, solamente tre mesi fa, é stato modificato il nostro statuto che ora recita testualmente, all'articolo 3, “L'AIC é un'associazione di diritto privato, apolitica e apartitica che si ispira ai principi dell'art. 3 della Costituzione Italiana contro ogni forma di discriminazione”».
L'Assocalciatori ha aderito all'Osservatorio contro il razzismo nello Sport di Unar per rendere ancora più forte l'azione tesa al raggiungimento dei propri principi statutari. «Rifiutiamo da sempre e rifiuteremo per sempre - aggiunge l'associazione - ogni forma di discriminazione, certi e fieri che i nostri associati e le nostre associate sono e saranno esempio di integrazione e inclusione. Crediamo però che la lotta al razzismo non possa diventare oggetto di una contesa politica né di strumentalizzazioni come quelle che hanno seguito la partita Italia-Galles».
«La Nazionale italiana deve unire e non dividere - dichiara Umberto Calcagno, Presidente dell'Associazione Italiana Calciatori – . Ora gli azzurri devono poter preparare in tranquillità la difficile sfida che ci attende domani, lontani da polemiche e da assurde accuse. Quando si tratterà di lottare contro ogni forma di razzismo e discriminazione, come sempre noi ci saremo, perché si possono fare molti gesti, non solo uno, per testimoniare questo impegno», conclude Calcagno.