Guglielmo Buccheri per "la Stampa" - Estratti
Lo sport azzurro sta preparando le valigie, destinazione l'avventura a cinque cerchi di Parigi dove saremo presenti con la spedizione più numerosa di sempre: 403 atleti. In Francia non ci sarà il calcio – i nostri ventenni non si qualificano da quattro edizioni – e il calcio rimane prigioniero di un sistema impermeabile ai cambiamenti.
Ministro Andrea Abodi, il 29 giugno, all'ora di cena, la Nazionale del ct Spalletti si è ritrovata fuori dagli Europei sotto i colpi della Svizzera.
"Una resa morale…", le sue parole. «Ero a Berlino e quello che ho visto lo hanno visto tutti gli italiani: nello sport si può perdere, ma non ci si può consegnare all'avversario. La sensazione, forte, è stata di una sconfitta totale, incapaci di reagire, di misurarsi e, questo, deve far riflettere».
I vertici del nostro pallone hanno riflettuto?
«Mi sembra che la prima mossa sia stata indire le elezioni per il 4 novembre: per riflessione intendevo ben altro».
Elezioni senza le nuove regole contenute nell'emendamento Mulè, il più discusso e divisivo che il nostro pallone abbia conosciuto negli ultimi tempi…
«L'emendamento in questione è stato approvato dopo una sua significativa riformulazione che ha, di fatto, messo a tacere gli oppositori: stabilire, nell'autonomia della Figc, che alla Lega di Serie A siano riconosciuti un peso politico e una rappresentanza superiori all'attuale 12 per cento e ai tre membri all'interno del consiglio federale è affermare un criterio di equità e buonsenso.
Se ne parla da tre lustri, discutendo, senza approdo, di un riconoscimento a chi contribuisce al benessere del resto del sistema con 130 milioni di euro all'anno di mutualità, versando allo Stato 1 miliardo e 200 milioni di euro di tasse, delle quali un terzo tornano allo sport attraverso il finanziamento pubblico».
Il 4 novembre si andrà al voto come se l'emendamento Mulè non avesse visto la luce…
«Il presidente della Federcalcio Gravina ha detto che c'è tempo fino a 60 giorni prima per tirare le somme, ma, come dicevo, al primo Consiglio federale dopo l'eliminazione agli ottavi di finale ad Euro 2024 mi sarei aspettato al centro del campo altre questioni, altri contenuti e anche una diversa modalità di confronto. Se la ripartenza del calcio è questa, non ci siamo…».
Fifa e Uefa, rispettivamente governo del calcio mondiale ed europeo, ci hanno ammonito: l'autonomia della federazione va rispettata altrimenti l'esclusione dalle coppe dei nostri club e della Nazionale dalle varie competizioni può diventare un'ipotesi reale.
«Si trattava di una lettera superata ampiamente dagli eventi, a partire dalla riformulazione dell'emendamento, dei quali l'Uefa era stata messa al corrente. A Berlino ho avuto un confronto franco e pacato con il presidente Uefa Ceferin: mi ha espresso le sue criticità, gli ho spiegato il nostro punto di vista. Si è trattato di un incontro utile».
Volete mettere le mani sul calcio?
«Non scherziamo, vogliamo solo dare una risposta di sistema. Ho ripreso in mano i lavori fatti dai governi che si sono succeduti negli ultimi vent'anni: colori politici diversi, indagini approfondite e sempre volte a dare un indirizzo di insieme all'intero movimento. Noi ci inseriamo in questo contesto, ma vogliamo produrre effetti positivi e in tempi brevi. Non c'è più tempo per il "Gattopardo"».
L'onorevole Mulè è di Forza Italia, partito di Claudio Lotito e Adriano Galliani. Quante volte al giorno vi sentite?
«Nessun contatto, zero telefonate...e anche se avessero chiamato, avrei ascoltato, ma so avere e difendere i miei convincimenti».
Allarghiamo l'orizzonte. Lamine Yamal è diventato il più giovane giocatore a segnare in un Europeo e il giorno prima della finale tra la sua Spagna e l'Inghilterra ha festeggiato il diciassettesimo compleanno. Yamal in azzurro non potrebbe giocare…
«Lo ius soli sportivo è un tema che va affrontato, anche se io non ritengo prioritarie le implicazioni agonistiche.Lo sport è inclusione, coesione ed educazione, un percorso positivo alimentato da passione e impegno, che offre anche l'opportunità di scrivere belle storie come quella di Yamal».
Un salto in avanti. Ci sono margini perché la possibilità di un quarto mandato alla presidenza del Coni diventi reale?
«I mandati hanno un inizio e una fine: vale per tutti. Il Coni è un ente pubblico, le federazioni no e per le federazioni la possibilità esiste, anche se con molti e opportuni vincoli».
Tradotto: Giovanni Malagò non può ricandidarsi il prossimo 25 maggio anche se le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 saranno alle porte.
«Così è».
(…)
Lo sport azzurro fa le valigie per i Giochi di Parigi, il calcio non ci sarà. «Se mi piacerebbe ridare vita alla cantera dei ct alla Bearzot, Vicini, Maldini?
È un mio auspicio. Allenare la Nazionale non è come allenare un club…», dice Abodi.
andrea abodi foto mezzelani gmt288