“A SINNER NON BASTERÀ DIMOSTRARE CHE NON FOSSE IN MALAFEDE” - L’AVVOCATO ANGELO CASCELLA, PER DIECI ANNI ARBITRO DEL TAS, PARLA DEL CASO DOPING CHE RIGUARDA IL TENNISTA ITALIANO DOPO IL RICORSO DELLA WADA - “JANNIK HA MOLTI STRUMENTI PER DIFENDERSI, NEL SUO CASO EMERGONO MOLTE COINCIDENZE SFORTUNATE, MA QUEL CHE È SICURO È CHE NON AVEVA BISOGNO DI ASSUMERE IL CLOSTEBOL PER MIGLIORARE RESISTENZA O TONO MUSCOLARE – LA QUANTITA’ MODICA? NON C’ENTRA NULLA”

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Matteo Pinci per repubblica.it - Estratti

 

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“Sinner ha molti strumenti per difendersi, ma per punirlo non dovranno dimostrare che fosse in malafede”. L’avvocato Angelo Cascella è stato per dieci anni arbitro del Tas in numerosi procedimenti: nessuno come lui conosce le dinamiche del Tribunale arbitrale dello sport di Losanna che dovrà pronunciarsi sulla positività di Sinner.

 

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Palomino, ex difensore dell’Atalanta ora al Cagliari, fu assolto pur avendo una quantità dieci volte superiore di Clostebol nel sangue. Perché?

“L’atleta può difendersi e provare di aver fatto il massimo per evitare il rischio di ogni contaminazione. Nel caso di Palomino si trattava di una crema applicata al suo cane: nel suo caso, in primo grado e poi al Tas, è stato determinato evidentemente che non c’era stata negligenza del giocatore ma che aveva fatto il possibile per non entrare in contatto con sostanze proibite. E se era successo, era successo senza alcuna responsabilità”.

 

 

Il caso di Sinner è differente?

angelo cascella angelo cascella

“La differenza tra lui e Palomino è che l’atleta è responsabile del comportamento del suo staff. Di certo, nel caso di Sinner emergono molte coincidenze sfortunate, ma quel che è sicuro è che non aveva bisogno di assumere il Clostebol per migliorare resistenza o tono muscolare”.

 

Quanto inciderà la quantità minima di 86 picogrammi di Clostebol, nel sangue di Sinner?

“Il fatto che si parli di una quantità modica non c’entra nulla. A distanza di 8 giorni dal primo controllo, si trova ancora la sostanza ma in quantità minori. Ma visto che gli atleti non sono controllati tutti i giorni, è presumibile che una settimana prima del primo test ci fosse in quantità superiori”.

 

Come avviene il processo?

“Il Tas ha il diritto-potere di riaffrontare il caso interamente. Il ricorso è stato presentato il 26 settembre, Sinner avrà 21 giorni per costituirsi, presentare una propria memoria e nominare un proprio arbitro. La Wada ha già nominato il suo, il Tas nominerà il presidente: i tre comporranno il collegio arbitrale. Che potrà svolgere una attività di indagine, convocare esperti, sentire ambo le parti, e ogni parte cercherà di provare la propria tesi. Per il lodo arbitrale quindi potrebbero volerci complessivamente fino a sei mesi, considerato che per indagini complesse il collegio può chiedere la proroga di un mese”.

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Ci sarà un’udienza a cui parteciperà anche Sinner?

“Possibile. Ma lui potrebbe partecipare o affidarsi completamente ai suoi legali. Io da arbitro ho sempre cercato di favorire la presenza degli atleti in udienza, perché può servire a livello transattivo”.

 

Rischia davvero di essere squalificato Sinner?

“Sinner ha tutti gli strumenti per difendersi. Ma il punto di partenza resta la normativa antidoping. E sono pochi gli atleti che riescono a difendersi: la linea difensiva deve essere verosimile e convincere gli arbitri che non ci sia alcuna responsabilità dell’atleta”.

 

jannik sinner in finale a pechino 2024 foto lapresse jannik sinner in finale a pechino 2024 foto lapresse

Il verdetto è appellabile?

“Sì, ma solo per vizi di legittimità: in quel caso si può impugnare al Tribunale federale svizzero”.

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