Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera” - Estratti
(…). La Spagna ci dirà a che punto siamo del viaggio intrapreso dieci mesi fa con il cambio tra Mancini e Spalletti e che trova il punto di caduta tra due anni, al Mondiale americano. Il piano dell’allenatore è ambizioso: sfidare i Rossi sul proprio terreno.
Con i necessari accorgimenti, ma senza snaturarci.
«La Spagna è diventata la Spagna perché ha proposto sempre lo stesso calcio e ha avuto il coraggio di mantenere la propria identità. Noi dobbiamo fare lo stesso». Guardandoli dritti negli occhi, a costo di rischiare.
E probabilmente rischieremo. L’Italia si presenterà con l’abito buono «pronti a sporcarcelo se ce ne fosse bisogno, senza pause e con la voglia matta di fare la partita perché al 90’ non vogliamo avere rimpianti». Un’idea meravigliosamente ambiziosa «il tentativo di comandare sempre il gioco e controllare il pallone anche quando a volte ci spingeranno indietro nella nostra metà campo. Sono curioso di vedere come reagiremo quando verranno a pressarci sin dentro la nostra area. La Croazia l’hanno battuta così, saltandogli addosso e approfittando delle pause.
Noi non dobbiamo averne.
Dovremo essere più veloci nelle uscite e più precisi nel palleggio».
E pazienza se i nostri avversari sono avanti nel progetto, hanno più qualità, maggiore velocità e anche tempi di reazione più corti (tutto studiato al computer).
Niente di tutto ciò induce Spalletti a un cambiamento: «La Spagna dobbiamo imparare anche a subirla». Rimanendo in piedi senza «pensarla più forte di quella che è». E ai giornalisti spagnoli, presenti alla conferenza stampa, dice con orgoglio «non sopravvalutatevi…».
Servirà però una partita vicina alla perfezione nell’interpretazione tattica. La Spagna sta cambiando pelle, ma non poi così tanto, è solo più verticale e sulle fasce sfrutta il talento chirurgico di Yamal e Nico Williams, giovani, bravi, intraprendenti. «Però se le lasciamo il pallino in mano, finisce male. Dobbiamo pressarla forte, poi vediamo come va a finire. Voglio capire il nostro livello contro un avversario di qualità», si interroga Spalletti prima di una delle partite più importanti della sua vita.
«Tutti abbiamo delle storie da raccontare, questa sfida è una di quelle storie», che Luciano si porterà a casa e nella mente per sempre: «Per me sono tutti derby o finali perché notti così non ricapiteranno più e ci metto l’attenzione necessaria per fare bene». L’idea è di andare avanti con la stessa idea di calcio e anche gli stessi uomini: il dubbio è uno solo, Cristante per dare peso e centimetri al centrocampo.
In difesa, invece, saranno confermati Bastoni e Calafiori anche contro Morata «che non è pigro», dice il c.t. e sembra l’ennesima punzecchiatura per Scamacca.
DE LA FUENTE
Luis de la Fuente, commissario tecnico della Spagna che affronterà l'Italia nella seconda giornata di Euro 2024, non si nasconde e manda un chiaro messaggio agli azzurri di Luciano Spalletti. Intervenuto in conferenza stampa, il ct delle Furie Russe ha promesso battaglia:
"Vogliamo vincere perché una partita importante, vogliamo vincere perché è contro l'Italia ed è come una finale. Vogliamo vincerle tutte. Li conosciamo, conosciamo i loro giovani e sappiamo che sono in forma. Hanno grandi individualità ed è come guardarci allo specchio. Sarà una partita equilibrata".
Parlando di Spalletti e dei convocati azzurri, de la Fuente ha ribadito: "Non siamo sorpresi, non ci sorprende il loro gioco. Siamo pronti a lavorare nel fango, conosciamo la loro competitività".
E come il ct dell'Italia, anche quello delle Furie Rosse non ha voluto dare grandi indicazioni sulla formazione: "Sono contento dei giocatori che hanno giocato alla prima, Nacho e Le Normand dal primo minuto possono essere una possibilità e sono anche contento di quelli che si sono allenati bene in questi giorni.
(...)
Le sensazioni per noi sono positive. Sempre pensando che si possa migliorare. Ma ho visto nazionali molto buone e questo è un torneo con un percorso lungo, difficile. Conosciamo il potenziale di tutte e non siamo sorpresi dalle prestazioni di Francia, Germania, Portogallo, Italia. Con umiltà continueremo a lavorare per continuare a migliorare".
"Possiamo fare un calcio di controllo, ma allo stesso tempo fare transizioni più veloci. Dobbiamo interpretare tutti questi scenari sfruttando le caratteristiche dei nostri calciatori" ha detto.
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