Estratti da fanpage.it
La acque agitate al Lecco diventano tempesta e anche qualcosa di più dopo le parole durissime del patron della squadra ultima in Serie B, Paolo Di Nunno, che prima ha attaccato i tifosi e poi ha gettato ombre pesanti sui suoi giocatori, parlando di partite che "si vendono e si truccano" e auspicando "che mettano il telefono sotto controllo a tutti".
Il Lecco è il fanalino di coda della cadetteria, la salvezza appare ormai un miraggio lontano. L'ultima vittoria risale all'anno scorso, era il 26 dicembre quando arrivò il successo sul Sudtirol: da allora è arrivata una striscia negativa devastante (nove sconfitte e un solo pareggio), con l'ultima tappa dello 0-1 interno di ieri col Palermo, match deciso dal gol di Nedelcearu al 36′.
(…) Dopo la sconfitta, mentre infuriava la contestazione, nessun uomo della società si è presentato alla stampa per chiarire ulteriormente il senso delle parole del presidente o comunque metterle in qualsivoglia prospettiva. Ci ha pensato poi lo stesso Di Nunno a metterci il carico, con accuse davvero gravi ai propri calciatori.
"La reazione della mia squadra c'è stata – ha detto a ‘I love Palermo calcio', in primis umiliando i propri portieri poi agitando lo spettro delle combine – ma senza fare gol siamo destinati a retrocedere. I nostri avversari hanno sfoggiato anche un grande portiere, i nostri sono da Serie D. Del risultato mi interessa poco perché ormai siamo condannati a retrocedere. Piuttosto mi preoccupa altro. Ancora oggi nel calcio si vendono e si truccano le partite, ho paura di movimenti strani da parte dei nostri tesserati. Spero che mettano il telefono sotto controllo a tutti".
Quanto alle parole rivolte ai tifosi del Lecco, Di Nunno ha spiegato: "Il mio gesto nasce dal fatto che sono stanco di pagare ammende per certi comportamenti. Le mie erano parole solo per sensibilizzare il pubblico a tenere una condotta corretta. Invece sono stato aggredito e sono dovuto uscire scortato. Poi dopo ho ricevuto le scuse di chi mi ha aggredito, ma questo conta poco. Sarò del Lecco fino a fine anno, poi andrò via".
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