Grazia Longo per "la Stampa"
«La verità purtroppo è una sola: siamo figli di un dio minore, altrimenti non mi spiego la prorogata chiusura delle discoteche a fronte degli abbondanti assembramenti per le partite degli Europei, in particolare per la vittoria dell'Italia. Stiamo assistendo a una colossale ipocrisia del governo Draghi».
Maurizio Pasca, presidente della Silp-Fipe che si occupa dei locali da ballo, nonché presidente europeo dell'omologa associazione Ena, non sta più nella pelle e accusa chiaramente il nostro esecutivo di «fare figli e figliastri. Anche i virologi e gli infettivologhi si dicono allarmati per le scene a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni di festeggiamenti. Noi invece abbiamo avuto il parere favorevole alla riapertura da parte del Comitato tecnico scientifico, ma il governo purtroppo continua a farci la guerra».
Pasca precisa che il progetto per le discoteche e le sale per over 50 e 60 anni di liscio e latino-americano è inequivocabilmente «a prova anti Covid: abbiamo previsto la riapertura dei locali soltanto previa esibizione del green pass, ovvero potrà entrare solo chi è già vaccinato, chi ha avuto il Covid o chi ha effettuato un tampone entro le ultime 36 ore. Inoltre abbiamo proposto di trasformare un angolo delle discoteche in hub per la vaccinazione.
A me sinceramente queste sembrano garanzie di sicurezza, a differenza di tutta la gente, soprattutto giovani magari non vaccinati, ammassata e senza mascherine nelle piazze e per le strade a tifare i nostri amati azzurri». Tanto puntiglio e rabbia da parte di Maurizio Pasca non sono immotivati, ma affondano le radici nei numeri della crisi di un settore che non lavora «da diciassette mesi, e che deve fare i conti con la perdita di 3 miliardi di euro a fronte di 600 milioni di gettito fiscale nelle casse dello Stato». Non basta, il 30% dei titolari «è stato costretto a chiudere i locali e ci sono 100 mila lavoratori che non percepiscono lo stipendio, mentre il ministro Franceschini ha pensato bene di distribuire i ristori a musei, teatri e cinema. E a noi niente».
nazionale pullman scoperto protesta ristoratori.jpeg
Pasca ricorda, infine, di aver «spedito un centinaio di video al ministro della Salute Speranza e al premier Draghi dove si vedono giovani ballare negli stabilimenti balneari o nei bar: si balla dappertutto tranne che nei luoghi deputati». Sul piede di guerra anche Lino Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio, che denuncia la disparità di trattamento tra tifosi e clienti dei ristoranti: «Mi rendo conto che la vittoria dell'Italia sia un evento straordinario e unico, ma il Covid non guarda in faccia nessuno. E allora mi domando come sia possibile che non siano stati vietati gli assembramenti per i festeggiamenti, mentre ancora nei ristoranti ci sono regole da rispettare.
Occorre mantenere la distanza di un metro, al chiuso si deve tenere la mascherina tranne quando si mangia, mentre i camerieri la portano sempre. Mentre per le strade in festa abbiamo assistito a scene che preoccupano medici e scienziati». Nel 2020 ben 22 mila imprese di ristorazione sono state costrette a chiudere: «253 mila lavoratori, di cui 116 mila con contratto a tempo indeterminato, hanno perso il lavoro. E, per quanto concerne il fatturato, nel 2020 abbiamo perso 34,4 miliardi e 10 miliardi nel 2021».
la nazionale festeggia sul pullman 88 la nazionale festeggia sul pullman 87 ristoratori la nazionale festeggia sul pullman 9