Erika Cuscito per https://bari.corriere.it - Estratti
nancy dell olio sven goran eriksson
«Sono confusa, provata. Oggi finisce una parte della mia vita». Dieci anni insieme e un amore che, nonostante tutte le difficoltà, rimane impresso nel cuore di Nancy Dell’Olio, avvocata di Bisceglie che è stata al fianco di Sven Goran Eriksson, venuto a mancare oggi per un tumore al pancreas.
Avvocata, questa giornata non deve essere facile per lei.
«Sono combattuta, i miei sentimenti sono tanti e in apparente contrasto tra loro. È una giornata non facile, sapevo sarebbe arrivata. Ci sono sempre stati un po’ di speranza e tante preghiere, ma questo distacco lo vivo da un po’. Quando è arrivata la notizia, pur aspettandomi che fossimo vicini vista l’uscita del documentario, pensavo di essere più pronta, ma non lo ero e non lo sono».
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Com’è stato questo ultimo anno? E in che modo le è stato vicino?
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«Non c’è stata una vicinanza fisica, perché facevamo vite diverse. Dopo la notizia ci siamo sentiti in un modo più intimo e vero, come non facevamo da tempo. Abbiamo messo da parte situazioni meno gradevoli. Due esseri umani che si ritrovano. Ho cercato di informarmi sui suoi medici, ho messo a disposizione i miei contatti».
Quindi con la malattia vi siete ritrovati?
«Si, per quanto non abbiamo avuto il tempo di rivederci. Sono state chiacchierate al telefono. Cercavo di suggerirgli di andare in un centro sperimentale a Boston, ma ha preferito continuare con il suo medico».
E il documentario?
«Io sono stata contenta che abbia deciso di rendere pubblica la notizia della malattia. Farei la stessa cosa se un domani fossi a conoscenza di una malattia terminale, vorrei comunicare tutto ciò che non ho mai avuto il coraggio di fare. È sempre stato estremamente chiuso e riservato, aveva una natura diversa dalla mia: amava una vita riservata per quanto la nostra fosse molto pubblica. Invece la notizia della morte l’ha cambiato».
In che modo?
«Ha voluto condividere questo con il mondo, salutare tutti prima che fosse troppo tardi. Ha cercato di percepire l’affetto degli altri, cercando di capire se ha lasciato un segno, nel bene e nel male. È stato molto bello quanto triste e commovente per tutti. Ma forse è il modo migliore per avere le potenzialità di prendere al massimo e perdere quei timori, quelle timidezze che ha avuto per tutta la vita».
Secondo lei ha voluto sentire il calore e i “risultati” della sua vita?
«Esattamente. Lui era molto riservato a differenza mia: si sa, le persone così diverse hanno poi motivo di attrarsi. Lui amava il mio modo di concepire la vita e allo stesso tempo a me dava calma, mi rassicurava».
La vostra è stata una storia al centro dell’attenzione dei media. É stata dura?
«A volte sì. Sapevamo di essere sotto i riflettori, ma non pensavamo in quel modo. Era la terza carica dello stato: la famiglia reale, il primo ministro e poi l’allenatore della nazionale inglese. Noi siamo stati all’attenzione di tutti. Non era mai successo prima e non è mai successo dopo, abbiamo pagato un duro prezzo. Avevamo sempre i giornalisti fuori casa, non potevo andare liberamente in un supermercato, parrucchiere. È stato complesso».
Della vita quotidiana, invece, qual è il ricordo che si porterà dentro?
«Come tutte le coppie, quando decidi di vivere con qualcuno, la cosa più bella è svegliarsi insieme la mattina. Amavamo andare a cena fuori, dividere le nostre giornate. Eravamo felici quando potevamo condividere dei momenti, chiederci cosa volessimo mangiare a pranzo o a cena.
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Lui voleva essere ricordato come una «brava persona». Lei, invece, come lo ricorderà?
«Era davvero una bravissima persona, deve essere ricordato così. Lo era, diversamente non mi sarei innamorata di lui. Elegante, intelligente, molto “caring” come si dice in inglese, era attento, ospitale, gentile. I miei ricordi sono un po’ diversi, perché ci sono state delle turbolenze. Io ho sentimenti contrastanti, sono tristissima, confusa. Con lui finisce una parte della mia vita. È stato il terzo uomo più importante della mia vita, dopo mio padre e il mio primo marito».
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