https://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/tapiro-d-oro-a-massimo-ferrero_61064.shtml
Ma. Cec. Per la Gazzetta dello Sport
In fondo è stato di parola. Fin dal suo insediamento, infatti, il principale obiettivo di Andrea Montemurro, presidente della Divisione di Calcio a 5, è stato chiaro: dare visibilità alla propria disciplina. Sarà per questo che martedì, intervenendo a «Sportitalia», ha graffiato: «Totti è ancora in forma, sarebbe un sogno vederlo su un campo di "futsal" con la Nazionale, magari già nelle qualificazioni mondiali. Gli ho chiesto di darci una mano.
Certo, è una provocazione, perché sono due sport diversi, ma sarebbe fantastico». Peccato che i tesseramenti per le qualificazioni scadevano il 15 ottobre, ma Montemurro ieri si è corretto: «Mi riferivo al Mondiale». In programma in Lituania nel 2020, ma che dovrà essere conquistato dal 24 al 27 ottobre dai ragazzi del c.t. Musti.
E Totti? In realtà, non è mai stato un grande appassionato di calcio a 5 e quindi il suo entourage esclude tesseramenti. Perciò la «provocazione» del presidente ha scosso soprattutto il suo ambiente, che da sempre tiene a distinguersi dal calcio a 11 e a non essere un «cimitero» per ex campioni. Così sui siti specializzati le critiche non sono mancate e anche la Nazionale ha gradito poco l' uscita di Montemurro, che agli amici ha poi precisato come cercasse, appunto, solo visibilità per la disciplina.
Di certo, cose positive ne ha introdotte - pensiamo solo alla Coppa di Divisione o al «Futsal in Soccer»- però non sono mancati i contrattempi, come il deferimento per spese eccedenti i 20 mila euro o la polemica col «Quadrato Meticcio» di calcio a 5 femminile, che aveva escluso una sua tesserata per post giudicati razzisti, difesa invece da Montemurro, che parlava invece di ragioni politiche (attirandosi critiche accese sui social). Insomma, di carne al fuoco ne ha messa parecchia.
Ed è per questo che, in nome della visibilità, un boccone come Totti non poteva sfuggirgli.
SAMPDORIA: FOLLIA ULTRÀ CONTRO GARRONE
Filippo Grimaldi per la Gazzetta dello Sport
C' è un momento di non ritorno in qualunque contraddittorio, che mai andrebbe superato per non sfociare nella prevaricazione: è quello che invece hanno fatto il manipolo di ultrà sampdoriani che martedì notte, dopo un' assemblea-lampo di quindici minuti, si sono diretti sotto la casa di Edoardo Garrone, in Albaro, al grido di «Tu ce l' hai messo, tu ce lo togli».
Persino inutile citare il soggetto: il presidente Massimo Ferrero, al quale nell' estate 2014 l' ormai ex numero uno del club ha ceduto la Samp, ed ora sgradito alla piazza. Sfumata la trattativa per la cessione al gruppo-Vialli, i contestatori hanno cambiato obiettivo, puntando ancora una volta sull' uomo sbagliato. Vicenda folle, per una svariata serie di motivi. Ne ricordiamo un paio.
Il primo: l' 11 giugno scorso proprio Edoardo scese in piazza garantendo il proprio impegno per far ripartire l' operazione-Samp fra Ferrero e gli americani, che quel giorno si erano ritirati. Il secondo: la famiglia Garrone-Mondini, attraverso la San Quirico, holding di famiglia, aveva garantito venti milioni di euro per favorire il closing. La fumata bianca non è arrivata, ma cosa avrebbe dovuto fare di più?
Manifestare sotto casa Garrone, con una nuova contestazione prevista domenica da Corte Lambruschini allo stadio, è comportamento scellerato, ma anche a causa della popolarità di Vialli, alla fine si è creato questo clima. Anche se Ferrero si è detto disponibile a un incontro con la Federclub sampdoriana, nel pieno rispetto delle regole Figc-Osservatorio.
Garrone, fra l' altro, subisce da tempo ripetuti attacchi da parte di molti leoni da tastiera.
Frasi irripetibili, stigmatizzate sui social anche dalla moglie e avvocatessa dell' ex presidente: «La delusione dei tifosi non può autorizzare la violenza. La tastiera non esenta da responsabilità civili e penali».
Ha provato Ferrero, ieri, parlando alla «Gazzetta», ad abbassare i toni: «È noto che quella sampdoriana sia una tifoseria di eccellenza, con un attaccamento particolare al bene della squadra. Gente che ci mette la passione e il cuore.
Andare l' altra notte sotto casa Garrone rappresenta una caduta di stile. Non posso farci nulla se il presidente Ferrero non è simpatico a molti di loro, ma mi sembra comunque un po'... inopportuno andare a disturbare la famiglia Garrone-Mondini. Che ha fatto, fa e farà sempre il bene di Genova e della Sampdoria, per la quale è sempre stata e dimostrerà di essere, anche in questo frangente, a disposizione: lo dice la storia, non io». Una vicenda che ha turbato il presidente: «Edoardo è uomo di spessore: dove sta scritto che, siccome me l' ha ceduta, ora ci si debba comportare così? Per me si tratta di un colossale misunderstanding e non ne parlo. La Samp, oggi, è di proprietà della mia famiglia e io ne sono il presidente. Garrone è il primo tifoso. Io sono stato massacrato dai tifosi a Montecarlo davanti a mio figlio, e quella è stata una caduta di stile: quando ci sono di mezzo i bambini non si dicono e non si fanno certe cose.
Se queste persone che contestano hanno qualcosa da dire, si rivolgano a me, non a lui: dirò loro che oggi la priorità assoluta è la ripartenza sportiva della Sampdoria, e la difenderò con tutte le mie forze, come ha ben detto Claudio Ranieri durante la presentazione. Rimangono 93 punti a disposizione nelle prossime 31 gare di campionato, a partire da domenica». Meglio pensare al campo, e al Tapiro che il presidente ha ricevuto ieri per lo scarso rendimento della Samp.
«Lo dedico a Vialli», ha spiegato Ferrero, alludendo all' uomo e alla bandiera blucerchiata, non all' ambasciatore del gruppo che voleva la Samp.
Poi, sulle voci del placet di Cassano su Ranieri: «Non ne so nulla, ma Totti mi ha detto che Ranieri è come una bella Ferrari. Qui ci voleva...».
villa garrone contestazione tifosi samp francesco totti spot romolo+giuly2