Italo Cucci per il Corriere dello Sport
Q uest’Italia scombinata, debole, smarrita mi fa sentir colpevole. L’abbiamo, l’ho fin troppo coccolata. Parlo anche di me. Ho detto a Spalletti, agli azzurri di non aver paura. E ho sbagliato.
Proprio vedendo all’opera cursori imbarazzati e imbarazzanti ho ricordato il Mihajlovic che disse ai suoi ragazzi - partiti per una trasferta pericolosa e vitale - di aver paura per trovare umiltà e rabbia, una reazione da uomini. Ebbero paura prima, gioirono per il loro Sinisa, dopo. Uno senza paura ieri sera l’ho visto, l’ho fotografato. L’ho ringraziato. Oggi prego per domani davanti a San Gigio.
Non scherzo. Lascio in pace Buffon che fa parte della compagnia e m’azzardo a dire che ieri sera Donnarumma mi ha ricordato Zoff. Dino non dava spettacolo, era una sicurezza totale e composta. Gigio è volante, Gigio ha la sicurezza in cima alle dita, basta ricordare come ha salvato l’Italia dall’Albania al novantesimo. Dino il suo gesto più bello - storico - l’ha realizzato strozzando letteralmente un pallone sulla linea di porta, facendoci vincere un Mondiale. Non dite che non ricordate quell’attimo che non fuggì e si stampò nella memoria: era l’89’ di Italia-Brasile e San Dino fece diventar di marmo il pallone di Oscar.
Gigio vola - dicevo. Gigio devia la palla che ha fame di gol. Al 2’ su Pedri. Al 25’ su Morata. Al 27’ su Fabian Ruiz il persecutore che viene bloccato anche al 43’. Poi cede al fuoco amico, povero Calafiori subito appassito.
Gigio non è più Dollarumma, il suo valore d’oggi ha pareggiato i conti, quella del PSG fu un’audace intuizione e non merita le critiche di qualche pirla parigino. Non m’allargo per narrare altri dolori. Dico solo che l’esaltazione - pur meritata - del portiere non mi consola dall’inesistente attacco. Come il vuoto colpo di tacco di Scamacca.
PS. Ricevo un messaggio da Mauro della Porta Raffo: «Vedo giocare Chiesa e divento ate
LUCIANO SPALLETTI GIANLUCA SCAMACCA GIANLUIGI DONNARUMMA E FEDERICO CHIESA DOPO ITALIA ALBANIA