Chiara Zucchelli per “gazzetta.it”
Non sono passati neanche 10 anni da quando, a Fiumicino, migliaia di persone lo acclamavano: terzino destro, proveniente dal Real Madrid, il brasiliano Cicinho sembrava rappresentare il presente e il futuro della Roma. Era il 2007, oggi dopo un’avventura a dir poco fallimentare, il brasiliano torna a parlare, e lancia un terribile grido d’allarme: “Ho bisogno di bere fino a svenire, sto rischiando la vita”.
DRAMMA — Ai microfoni di Espn Brasile, l’ex difensore racconta: “Non riesco ad accontentarmi di uno o due bicchieri. 'Se continui su questa strada, potresti morire', mi dicono. Ho avuto un incontro con Gesù dopo aver bevuto 18 capirinhas e 14 birre”, ha aggiunto, senza nascondere i suoi problemi. Già ai tempi della Roma era chiaro come il ragazzo, oggi 36 anni, avesse problemi di alcool, poi però sembrava esserne uscito:
“Andavo a Trigoria, mi allenavo ma sapevo che la domenica non avrei giocato. E allora quando arrivavo a casa bevevo molto e fumavo. A casa avevo casse di birra e altri tipi di alcool, bevevo da solo o insieme a falsi amici. Mi piaceva andare in discoteca, bevevo e non riuscivo a fermarmi. Non ho preso la droga solo perché sapevo che c'erano i controlli antidoping altrimenti l'avrei fatto”.
La Roma ha cercato di aiutarlo, tanto che ha fatto parte anche della rosa di Luis Enrique nel 2011, ma poi l’anno successivo, scaduto il contratto, lo ha salutato definitivamente. Oggi è svincolato, dopo l’esperienza al Sivasspor, in Turchia.