Comunque l’analogia del gol Gullit-Van Basten e Leao-Giroud nella stessa porta del San Paolo è impressionante!!#NapoliMilan pic.twitter.com/j7X7bX2Xba
— Matteo Grandi (@matteograndi) April 18, 2023
Estratto dell’articolo di Maurizio Crosetti per “la Repubblica”
Rafa e Kvara sono bisillabi paralleli, destini stretti dal nodo che la grande partita ha sciolto. Il primo ha deciso, il secondo è sembrato indeciso. Il guizzo di Leao è stato la realizzazione perfetta dello stesso gesto che Kvara ha rincorso, invano. Rafa ha conquistato un rigore (fallito da Giroud), Kvara l’ha sbagliato di suo. Li abbiamo aspettati tanto: Leao è arrivato, Kvaratskhelia quasi.
Rafa è sceso dal pullman accolto dal gesto della scimmia. E chissà cosa avranno pensato quelle bestie ululanti, quando Leao ha cominciato a saltare un avversario, poi due, poi tre, per trovare infine la facilità dell’ovvio, non sempre così scontata, ovvero quel passaggio a Giroud che poco prima gli aveva fatto impazzire la maionese. Ma i campioni antiretorici, e il francese lo è, non sbagliano mai due volte.
La forza di Rafa Leao è la percentuale implacabile della sua esattezza: se fa tre cose, ne fa tre giuste. Non ne fa dieci, magari sbagliandone otto. Ne fa tre. Kvara è più tumultuoso, si lancia in più azioni, è un emotivo tellurico, un dribblomane antico. Un passionale, certamente. Un calciatore romantico.
Invece Rafa è più freddo. Il suo talento sembra manifestarsi dal nulla, in totale scioltezza: lui guarda sé stesso giocare e non ci bada neanche. Lui fa. «Dopo lo scudetto volevo far vedere chi sono anche in Champions. Sognavamo di vincerla e ora siamo qui, a un passo». […]
Lui, il fenomeno della stagione del Napoli che resterà però stretta in Italia, il talento pescato dal nulla, l’ala vecchio stile, ha trovato l’opposizione di un gregario lussuoso, quel Calabria che dal basso si è issato in questi anni fino a prendersi la fascia di capitano del Milan: impeccabile nel contrasto e nella rincorsa, classe operaia, come si diceva una volta.
Eppure Kvara non ha mica giocato male: ha cercato le sue celeberrime conversioni più tiro secco, ne ha tentati un paio niente male, uno soprattutto si è impennato a un sospiro dalla traversa. Kvara il più tenace, il più indomito anche se il gol dell’illusione l’ha poi trovato Osimhen, che viceversa dentro la partita c’era stato pochissimo, l’uomo mascherato, stavolta alla lettera. […]
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