1 - LE DIMISSIONI DI SOULOUKOU E L’ALTRA REALTÀ DEI FRIEDKIN
Marco Juric per “la Repubblica” - Estratti - https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/roma/2024/09/23/news/souloukou_dimissioni_roma_friedkin_de_rossi-423515516/
Domenica a pranzo. Mancano cinque ore all’esordio in panchina di Ivan Juric, subentrato da pochi giorni a Daniele De Rossi. Cos’altro può succedere in questo inizio di stagione della Roma, già destabilizzato dall’esonero di una bandiera? Il pranzo è servito: le dimissioni del Ceo Lina Souloukou. Arrivate con uno scarno comunicato dei Friedkin: «Ringraziamo Lina per la sua dedizione in una fase particolarmente critica per il club e le auguriamo il meglio per le sue future sfide professionali».
Nella scelta della dirigente greca ha di certo pesato il clima ostile che da alcuni giorni ruota attorno alla proprietà e l’ha vista coinvolta in alcuni striscioni comparsi fuori dal centro sportivo di Trigoria. Tali da portare la prefettura a mettere sotto tutela lei e i suoi due figli. (...)
Ma può bastare uno striscione a spiegare le dimissioni? No. A Trigoria raccontano come Lina Souloukou e i Friedkin non siano mai stati così lontani. Una distanza diventata plastica negli ultimi giorni, quando la proprietà è atterrata a Roma.
Il dettagliato report di Eric Williamson (braccio destro del presidente) e i colloqui con i senatori dello spogliatoio hanno mostrato ai Friedkin una realtà ben diversa dal racconto riportato alla presidenza in questi mesi da Lina Souloukou. Dalla gestione del mercato alla questione Dybala, fino alla cacciata di De Rossi. Una triangolazione che ha portato la proprietà a scegliere un colpevole. Lei.
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La decisione dei proprietari, nettissima, avrebbe spinto Lina Souloukou a giocare d’anticipo. Meglio uscire da dimissionaria che con un licenziamento.
Nel comunicato c’è un passaggio chiave: i Friedkin parlano di una «costante attenzione ai valori che rendono la nostra squadra così speciale».
Traduzione: qui contano le bandiere, le radici e i tifosi. Tutto quello che l’ad aveva contro. E per una proprietà molto attiva nell’allontanare i “colpevoli”, additare Lina Souloukou come responsabile è stata quasi una conseguenza.
Restano dei dubbi che coinvolgono soprattutto gli ultimi giorni vissuti a Trigoria. Perché licenziare De Rossi? È stato proprio il suo esonero a far esplodere la contestazione. Una scelta avallata dagli stessi Friedkin non meno di cinque giorni fa. Non immaginavano che questo avrebbe prodotto un terremoto di consensi?
Perché assecondare la scelta di una dirigente per poi accompagnarla all’uscita? Qualcosa nella gestione “da remoto” è andato storto.
L’ultimo giallo è quello che riguarda già da mesi il club. Le continue voci su una vendit a della società agli arabi, spesso legate proprio alla presenza e alla mediazione di Souloukou, hanno più volta lasciato pensare che il lavoro di alleggerimento dei quadri fosse propedeutico a una cessione. Ma ora a saltare è proprio la manager che più di tutte veniva considerata vicina agli interessi d’Arabia. E adesso con il solo Ghisolfi come dirigente in carica, urge una soluzione. Al più presto.
2 - DYBALA RIMASTO E IL RINNOVO DI DDR IL TERREMOTO ARRIVA DA LONTANO
lina souloukou ryan friedkin foto mezzelani gmt127
Luca Valdiserri per il "Corriere della Sera" - Estratti
L’unico dirigente della As Roma che ha lavorato alla grandissima quest’estate e ha raggiunto tutti gli obiettivi è Oriana Sabatini in Dybala. Era contraria all’idea del trasferimento in Arabia Saudita, per svariati motivi, e alla fine Paulo ha dato retta alle sue sensazioni personali e ai desiderata di moglie e mamma. Il suo rifiuto alla montagna di soldi proposti (75 milioni di euro in tre stagioni) ha dato vita a una «favola del calcio che non esiste più». Vista oggi, però, dopo il licenziamento di Daniele De Rossi e le dimissioni di Lina Souloukou per le minacce ricevute, la storia può essere letta anche come uno dei motivi del terremoto che ha sconvolto Trigoria.
Ma andiamo per ordine, mettendo in fila i due punti nodali dei quattro giorni che hanno sconvolto la Roma:
1)È possibile, anzi probabile, che Souloukou non fosse convinta del triennale fatto a De Rossi dopo la stagione scorsa, iniziata benissimo e finita con il fiatone. DDR era stato preso come traghettatore, tanto che il suo contratto scadeva a giugno, con opzione di rinnovo solo in caso di conquista della zona Champions.
Così non è stato ma l’entusiasmo che De Rossi aveva portato nella squadra e tra i tifosi ha convinto la proprietà a fargli firmare un contratto lunghissimo e oneroso (3 milioni netti a stagione). Il preferito di Lina sarebbe stato Raffaele Palladino, ora alla Fiorentina, magari con Modesto d.s. per ricreare un gruppo di lavoro testato al Monza (e Modesto anche all’Olympiacos).
tifoso contesta lina souloukou meme
2) A De Rossi è stata consegnata, dopo il mercato, una Roma diversa da quella che voleva l’allenatore. I rapporti con Dybala si erano incrinati a giugno, quando l’argentino aveva detto che, in caso di offerta da parte di un club che partecipava alla Champions l’avrebbe presa in considerazione, liberandosi con una clausola da 12 milioni. Così era stato acquistato Soulé e si era pensato a un 4-3-3 senza la Joya.
Poi è cambiato tutto, con la difficoltà di scegliere un altro modulo di gioco. Si erano sentiti scricchiolii quando De Rossi aveva detto di non conoscere Dahl, Le Fée e Sangaré acquistati da Ghisolfi. Il d.s. non aveva preso bene le telefonate che De Rossi aveva fatto personalmente a Dovbyk e Koné per convincerli a venire a Roma, come se fossero state un’invasione di campo.
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