F.Pac. per “il Messaggero”
CORONAVIRUS FASE DUE SANIFICAZIONE
Rischio imbuto tra Roma e Lazio sul versante delle sanificazioni: poche, anzi pochissime le ditte di pulizia che erogano il servizio (sono circa 3mila in tutto il territorio regionale) e tanti, anzi troppi i soggetti che aspettano di essere disinfettate per poter ripartire.
Per la precisione, oltre 1,6 milioni tra fabbriche, negozi, uffici e botteghe. Risultato? Un terzo delle imprese rischia di non riuscire ad aprire quando scatterà il lock down, perché non è riuscita a trovare qualcuno disponibile a disinfettare la propria sede.
SANIFICAZIONE OZONO CORONAVIRUS
METTERSI IN REGOLA
Avverte Stefano Di Niola, direttore della Cna capitolina: «Non voglio fare allarmismi, ma se le sanificazioni dovranno essere effettuate con l'obbligo di certificazione, quindi svolte da ditte del settore, il 30 per cento delle aziende potrebbe non ripartire, quando il governo autorizzerà la ripresa.
Perché? Perché le ditte a disposizione sono poche per tutti gli esercenti sul territorio romano e quindi potrebbe servire più tempo per realizzare questo adempimento». Da qui un appello a industrie, laboratori e negozi «a mettersi già ora in regola, ma soprattutto al governo a dirci il più presto possibile che cosa dobbiamo fare».
La sanificazione è di per sé un'attività semplice, anche perché, stando alle disposizioni delle massime istituzioni sanitarie del Paese come l'Iss o lo Spallanzani, va fatta con un detergente composto da 9 parti di acqua e una di candeggina.
IL DETERGENTE
Una scelta che forse è stata necessaria anche perché in giro è sempre più difficile reperire alcool e cloro, considerati in un primo momento le sostanze migliori per debellare il virus.
coronavirus - sanificazione in stazione centrale a milano
In teoria, farsi il detergente in casa non è un'operazione complessa. Cambiano le cose - e su questo stanno battendo le aziende - se la sanificazione può essere effettuata da ogni soggetto autonomamente (come per la cosiddetta igienizzazione) oppure da professionisti del settore e con macchinari ad hoc. E in quest'ultimo caso torniamo al problema iniziale: le ditte di pulizia pronte a erogare il servizio sono pochissime. Il delta tra domanda e offerta è troppo ampio.
coronavirus, sanificazione degli uffici della regione lazio 1
Il protocollo d'intesa firmato da governo e parti sociali del 24 ottobre scorso, quello citato ieri sera dal premier Giuseppe Conte per scandire le riaperture sul fronte igienico-sanitario, non chiarisce quest'aspetto.
GLI OBBLIGHI
Di conseguenza, ci sono due soluzioni per uscire dall'imbuto: un chiarimento, da un lato in un senso o in un altro da parte dell'esecutivo; la creazione di nuove imprese del settore, dall'altro, che possono fornire il servizio di sanificazione in tempi rapidi.
Anche se è difficile che il mercato possa riempire questo vuoto in poco tempo, visto che dal 4 maggio (partendo dai ristoranti) fino al primo giugno (quando toccherà ai parrucchieri) tutte le attività che vogliono riaprire devono aver rispettato tutte le disposizioni previste: obbligo di mascherine, liquidi igienizzanti come l'amuchina, distanza minima di sicurezza di un metro, divisori semoventi per tenere lontani i lavoratori e, soprattutto, le già citate sanificazioni.
CORONAVIRUS - SANIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI
Stando a quanto spiegano alcune categorie, a Roma oltre la metà delle imprese non ha ancora effettuato la disinfestazione. Intanto gli esercenti denunciati che le tariffe delle ditte del settore sono aumentate più del dovuto: per un ristorante con oltre 150 coperti o per una società con una sede di due piani si paga tra i 1.200 e i 1.500 euro.
CORONAVIRUS - SANIFICAZIONE DELLO STADIO SAN PAOLO DI NAPOLI coronavirus, sanificazione degli uffici della regione lazio