Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”
Un gioco più verticale, una squadra più fisica almeno a centrocampo e una spruzzata di gioventù. La nuova Italia non è una ricetta poi così misteriosa: meno palleggio e maggiore propensione alle ripartenze. Roberto Mancini ha ritrovato il coraggio di osare.
Willy Gnonto, 18 anni e mezzo, ha debuttato con l'assist a Pellegrini e non si è smarrito nella prima da titolare contro l'Ungheria. Ieri, insieme a Scalvini, un altro in rampa di lancio, ha trascorso la mattinata libera sui libri di scuola perché il 22 giugno comincerà la maturità.
È una Nazionale trasversale quella che cerca di ritrovare l'orgoglio perduto. Ci sono nuovi leader, Donnarumma e Barella, che legano quella vecchia a quella nuova: Gigio ha cambiato numero di maglia, dal 21 all'1 e la mossa ha un alto valore simbolico. Barella, con 8 reti, ha raggiunto Immobile e Belotti in testa alla classifica dei marcatori manciniani e anche questo è un segno.
Basta solo non illudersi, perché siamo all'inizio del viaggio e la confortante partenza nella terza edizione di Nations League non può essere presa come una svolta definitiva. Inghilterra e Germania in trasferta ci diranno qualcosa in più, oltre a dare un volto più chiaro alla classifica del girone.
Mancini andrà dritto per la sua strada. Sei esordienti a Bologna, un altro a Cesena e la domanda è chi sarà il prossimo, a Wolverhampton, nella rivincita della finale europea: forse Gatti, accanto a Acerbi e a sentire gli spifferi dello spogliatoio già nel cuore dell'artigiano Mancini, o magari il più vecchiotto Caprari, 29 anni a luglio.
Forse Salvatore Esposito, classe 2000, della Spal, che parla con la saggezza di un veterano: «Ho preferito lasciare la comfort zone per gettarmi nella mischia». Ha preferito voltare le spalle alla Primavera dell'Inter per andarsi a misurare in serie C: «Una scelta che consiglio a tutti. Non dobbiamo perdere l'occasione che Mancini ci ha dato. Per convincere il calcio italiano a aprire gli occhi sui giovani italiani, serve darsi una mossa».
La gioventù porta entusiasmo e l'entusiasmo aumenta la convinzione. Dopo le defezioni dei giorni scorsi sta nascendo un gruppo, magari forte nello spirito come quello precedente. Ma diversi sono gli uomini e lo stile. La domanda, semmai, è cosa succederà a settembre quando Mancini cercherà di mischiare il vecchio e il nuovo. Ora l'Italia ha cambiato pelle e ci piace così.
Contro l'Inghilterra altri cambiamenti e qualche certezza: Acerbi nel cuore della difesa, Dimarco terzino sinistro (Biraghi infortunato ha lasciato il ritiro), Tonali interno e Scamacca centravanti. A Wolverhampton si giocherà a porte chiuse ma assisteranno alla partita 1500 ragazzini under 14 accompagnati da qualche adulto. Gli azzurri dovranno decidere se inginocchiarsi di fronte all'Inghilterra ed è probabile che lo faranno come era successo nella finale dell'Europeo.