Andrea Elefante per "la Gazzetta dello Sport"
Aspettando anzitutto Spinazzola, ora Roberto Mancini avrà tante cose su cui riflettere: per capire cosa fare meglio e cosa evitare per affrontare al top, e con chi, il playoff della verità. Ma una cosa su tutte la eviterà lui per primo: piangersi addosso. Ci sono quattro mesi per "restaurare" il quadro improvvisamente scolorito di questa Italia: il c.t. non farà rivoluzioni, ma sicuramente non si farà guidare solo dalla riconoscenza - e per nulla da un'insistenza assoluta in certe scelte passate - per ridare smalto e sicurezze alla squadra. Calabria e Zappacosta All'orizzonte di marzo non si vedono nomi che possano in così poco tempo guadagnarsi con certezza l'ingresso nel gruppo.
Tranne forse uno, quello di Lorenzo Lucca. Per il resto il c.t. dovrà scegliere - e probabilmente lo farà - se confermare la fiducia a giocatori solo ultimamente entrati, o rientrati, più o meno stabilmente nei suoi radar.
L'OMAGGIO A spinazzola DI insigne
Non sono previsti outsider nel reparto portieri, mentre la novità fra i laterali di difesa sarà in realtà - è quello che ci auguriamo tutti - un semplice riabbracciare l'uomo che più è mancato all'Italia nel post Europeo: Leo Spinazzola, la freccia che aveva sublimato il gioco dell'Italia, trasformandolo quando necessario da originale a imprevedibile. Un altro innesto di freschezza e sfrontatezza può essere quello di Calabria, ma promette di essere interessante anche il ritorno in extremis dopo tre anni di Zappacosta, se nei prossimi mesi confermerà che l'Atalanta, dopo il Genoa, lo ha fatto rinascere. Per il resto, anche se non sarà possibile, all'avvicinarsi di marzo bisognerebbe mettere in frigorifero non solo Bonucci ma in particolare il miglior Chiellini, per averlo sicuramente abile e arruolato per la doppia sfida.
Nel frattempo Mancini osserverà con attenzione l'evoluzione della stagione di Acerbi, finora non brillante come in passato, la stabilità dei progressi di Bastoni e l'utilizzo nella Roma di Gianluca Mancini, che ha la stessa duttilità di Toloi ma non sempre ha convinto il c.t. come l'atalantino. Verratti, come starai? A centrocampo il c.t. si è sempre sentito abbastanza ricco, e hanno prospettiva gli inserimenti di Cataldi e soprattutto Tonali, pronto per la doppia funzione di play e mezzala.
Lo stesso discorso fatto per Chiellini vale per Verratti: della sua esperienza internazionale, delle sue qualità geometriche e del suo feeling con Jorginho si è sentita non poco la mancanza nelle ultime due partite. Purtroppo il "parigino" non è nuovo a infortuni che tengono la Nazionale con il fiato sospeso (come prima dell'Europeo), dunque c'è da sperare che non si ritrovi frenato anche a marzo.
Idem per Zaniolo: finora per l'Italia una straordinaria "arma alternativa" solo in teoria. Il nodo centravanti Il capitolo più delicato, come sempre, riguarda l'attacco, o meglio il centravanti: il "falso nove" è sempre stata una scelta obbligata, e non preferenziale, per Mancini. E qui il c.t. potrebbe dover fare le scelte più delicate. Il campionato dirà se il rimpiantissimo Immobile potrà essere il principale incaricato di risolvere il playoff e se Belotti potrà considerarsi ancora la sua alternativa naturale.
Scamacca, Raspadori e Kean - sperando che giochino con continuità - hanno tre mesi abbondanti per lanciare segnali meno contraddittori: se così sarà, difficile credere che a Mancini possa mancare il coraggio di prendere decisioni anche rivoluzionarie. Lorenzo Lucca, invece, ha tre mesi abbondanti per convincere il c.t. e il suo staff a seguirlo da vicino ancora con la massima attenzione: purtroppo non avrà amichevoli per dimostrare di essere pronto al salto triplo, ma in questo caso, se la tentazione resterà forte, il Mancio eventualmente si fiderà del suo istinto. Che difficilmente sbaglia.
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