MATTI PER MATTEO (BERRETTINI) – “COME HO FATTO A BATTERE MONFILS? NON LO SO! NON MI RICORDO NIENTE. SO SOLO CHE SONO FELICE”- IL TENNISTA ROMANO ORA ASPETTA NADAL IN SEMIFINALE AGLI US OPEN: “HO VISTO CENTINAIA DI PARTITE DI RAFA...” – BERRETTINI AMA LA TENNISTA AJLA TOMLJANOVIC, EX DI NICK KYRGIOS, TARANTINO, BUKOWSKI, LA FIORENTINA E LA GRICIA - LA LEZIONE DI FEDERER A WIMBLEDON E LA PROMESSA DI MATTEO: “IMPARERÒ” (HA IMPARATO IN FRETTA…) – VIDEO

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Gaia Piccardi per il Corriere della Sera

 

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Quarantadue anni senza un italiano in semifinale all' Open Usa erano troppi. Nel 1977 la Rai cominciava le trasmissioni a colori ma il ricordo di Corrado Barazzutti sconfitto da Connors a New York sulla terra verde di Forrest Hills (con quell' impertinente di Jimbo che scavalca la rete per cancellare con il piede il segno della palla, ma questa è un' altra storia) è ancora in bianco e nero, un fossile appartenente a un' era tennistica paleozoica.

 

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E allora da Roma, quartiere del Nuovo Salario, armato di un' insana passione per la gricia, Tarantino e Bukowski (no, per la As Roma no: tifa viola per colpa del nonno paterno, Piero, fiorentino), ecco Matteo Berrettini, il gladiatore moderno capace di prendere a colpi di maglio la storia, riscrivendola: sotto gli occhi dell' antenato Barazzutti - il capitano di Davis che a febbraio l' ha fatto debuttare contro l' India -, Matteo batte in cinque set al cardiopalma il francese Gael Monfils (3-6, 6-3, 6-2, 3-6, 7-5) e alla strepitosa velocità di 23 anni e 145 giorni si presenta in semifinale all' Open Usa, la prima e non l' ultima di una carriera in rampa di lancio, al cospetto del vincente tra Rafa Nadal e Diego Schwartzman (7-0 i precedenti).

 

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La lezione subita dal maestro Federer a Wimbledon è servita. Matteo l' aveva promesso a caldo: «Imparerò, non mi lascerò abbattere». E Stefano Massari, il mental coach che lo segue da sei anni così da vicino da essere diventato uno dei suoi migliori amici, fa notare che gli impercettibili cambiamenti che stanno provocando gli enormi risultati all' attivo (3 titoli Atp, la prima semifinale Slam, una classifica in proiezione che spara Berrettini al n.13 del ranking da lunedì) si vedono nei dettagli. Quel «quanto ti devo per la lezione?» detto a Federer stringendogli la mano, per esempio: «Una volta si sarebbe crocifisso da solo e non avrebbe parlato per giorni».

 

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Matteo invece, ragazzo educato e di cortesia squisita, parla volentieri di sé, migliora a vista d' occhio (il servizio, il rovescio in back, germogliato durante un infortunio al polso, certe smorzate esibite a New York, una tenuta mentale sotto pressione da veterano del circuito) e lotta insieme a noi sotto il tetto chiuso a metà incontro, quando comincia a piovere e Berrettini, frastornato nel primo set (3-6) e tornato alla superficie con la collaborazione di un passaggio a vuoto di Monfils (6-3) dopo aver seriamente rischiato l' affogamento nell' Hudson (palla del 3-0 per il francese), strappa subito il break nel terzo (2-1), sfonda di dritto per il 5-2, chiude 6-2 con un vantaggio che - a quel punto - pare incolmabile.

 

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Soffre in tribuna Elina Svitolina, la fidanzata in semifinale oggi contro Serena Williams con cui Gael condivide un profilo Instagram insolitamente intimo, mentre la nuova girlfriend di Matteo, la tennista Ajla Tomljanovic, ex di Nick Kyrgios, non appare nel box di Berrettini, dominato da coach Santopadre, figura decisiva nella carriera e nella vita dell' azzurro. Si soffre perché non è finita. Il romano ha un calo fisiologico e Monfils, che di energie nervose si nutre, si riaccende: 6-3. Dopo 2h49' la parità è assoluta. Ma l' illusione dura poco.

 

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Il gladiatore carica il destro, menando fendenti con la freddezza del predestinato. Fa il break (2-0), lo subisce (2-1), assedia Monfils (4-2), spreca un match point con un doppio fallo sul 5-3, altri due sul 6-5 (servizio vincente di Monfils e rovescio in rete), chiude 7-6 (7-5) alla quinta occasione dopo quattro ore, assicurandosi il futuro e l' assegno da 960 mila dollari: Luca e Claudia, i genitori, potranno smettere di seguirlo per tornei in camper.

 

La semifinale all' Open Usa consegna Matteo all' empireo del grande tennis, per restarci. «Come ho fatto? Non lo so! Non mi ricordo niente. Che match! Che lotta! So solo che sono felice». La felicità è condivisa. Quarantadue anni cancellati con un ace.

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