MBAPPÉ AL REAL MADRID E CRISTIANO RONALDO AL PSG? - SCONCERTI: “IO PRENDEREI SEMPRE MBAPPÉ PERCHÉ SE NON ALTRO HA QUINDICI ANNI IN MENO, MA RONALDO È FORSE IL MIGLIOR ATTACCANTE CHE SI RICORDI. PENSARE DI POTERLI MESCOLARE E COMUNQUE PERDERLI PER ACQUISTARLI ANCORA, È IL NON SENSO DI UN CALCIO CHE HA SMESSO DI ESSERE GIOCO DI SQUADRA PER DIVENTARE LA SOLITUDINE DEI PIÙ RICCHI. AVRÀ PIÙ VANTAGGI IL REAL CON MBAPPÉ CHE IL PSG CON RONALDO PERCHÉ…”

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Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

 

ceferin e al khelaifi ceferin e al khelaifi

È difficile considerare un vecchio mecenate sciocco Nasser Ghanim Al Khelaifi, presidente del fondo sovrano qatariota che ha nel suo portafoglio il Paris Saint Germain, ma anche grandi quote di Barclays, Harrods, Volkswagen, Disney, Heatrow aereoporti, Shell, più quasi per mancia, l'Hotel Gallia e il progetto Porta Nuova a Milano. Anche nel calcio non è stato sciocco. Ha preso il Psg quando non era niente e costava poco. Adesso è la squadra più ricca al mondo, valore che corre verso i tre miliardi e copertine nelle riviste di tutto il mondo per il giovane Al Khelaifi, buon giocatore di tennis, presidente di federazioni e presenza stabile nei salotti di lusso di tutto il mondo.

 

KYLIAN Mbappe KYLIAN Mbappe

È riuscito a portare il Mondiale di calcio nel deserto monumentale del Qatar interrompendo i calendari, che sono la giustizia del tempo. Non si può giocare a calcio in estate nel Qatar. Così ci siamo inventati il Mondiale d'inverno. Giocheremo a Natale del prossimo anno. Può un uomo così potente e così pieno di idee buttare via i soldi nei giocatori? Io non credo. Lo sceicco ha i suoi rientri, qualunque siano, non spreca, investe. Ma non c'era il Fair Play finanziario? No, è stato momentaneamente sospeso per la pandemia.

 

CRISTIANO RONALDO CON MESSI E NEYMAR CRISTIANO RONALDO CON MESSI E NEYMAR

E comunque, se qualcuno avesse da ridire, potrebbe sempre farlo. Ci sono leggi del calcio, leggi nazionali e leggi europee. Ma tutti stanno zitti perché hanno altre cose da farsi perdonare. Nel calcio non esistono innocenti. È il solito trucco, si mandano avanti i tifosi, ma poi le società accettano tutto, ognuna sta appesa al privilegio dell'altra. L'ultimo riguarda l'incrocio più grande della storia, Mbappé al Real e Ronaldo al Psg, qualcosa di immenso, non valutabile. Io prenderei sempre Mbappé perché se non altro ha quindici anni in meno, ma Ronaldo è forse il miglior attaccante che si ricordi.

kylian mbappe kylian mbappe

 

Pelé e Maradona erano di un altro genere, erano universali. Ronaldo sa fare una cosa sola, ma nessuno l'ha mai fatta come lui. Mbappé però ha ottimi sintomi. Quando Ronaldo chiuse con lo United nel 2009 aveva 24 anni. Aveva segnato in tutto 118 gol in 292 partite. Con un anno in meno Mbappé ne ha segnati 164 in 245 partite, media nettamente migliore. Questo non vuol dire che sia meglio di Ronaldo, molto difficile, ma le premesse sono stupefacenti.

 

Cristiano Ronaldo Cristiano Ronaldo

Mbappé nel suo calcio è meno prevedibile, ha più angoli, è un'onda che collassa improvvisamente dalla parte meno attesa. Ronaldo ha un gioco più prepotente, sai dove andrà ma non lo prendi comunque. Ronaldo è più giocatore completo, ma adesso che è a fine carriera. All'età di Mbappé faceva tante finte ipnotiche come oggi Mbappé. Sono due giocatori che è già eccezionale avere.

 

Pensare di poterli mescolare e comunque perderli per acquistarli ancora, è il non senso di un calcio che ha smesso di essere gioco di squadra per diventare la solitudine dei più ricchi. Avrà più vantaggi il Real con Mbappé che il Psg con Ronaldo perché Mbappé conosce lo scherzo che serve per stare con gli altri. Ronaldo no, è una locomotiva lanciata ad alta qualità su un unico binario, se stesso.

 

cristiano ronaldo cristiano ronaldo

Ha imparato con Messi l'arte eterna del disprezzo, si detestano, sono due aziende concorrenti. Mbappé non ha ancora coscienza del suo paradiso, si moltiplica da solo, non ha bisogno di politiche. Ronaldo dovrà lavorare sempre di più. Nell'attesa, sarà una grande perdita per la Juve, qualcosa di reale, tangibile, ma anche qualcosa che molti nella squadra non vedevano l'ora accadesse.

 

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