Good man https://t.co/gqR02BL20Q
— Fiona Millar (@schooltruth) June 16, 2024
Giulia Zonca per “la Stampa” - Estratti
Cittadino prima che calciatore, Mbappé si schiera dentro l'Europeo di calcio secondo le indicazioni dell'inno francese: «Aux armes, citoyens» e per il giocatore più prestigioso del torneo le armi sono i voti, la presenza, la volontà di partecipare alle elezioni legislative.
Oggi la Francia gioca contro l'Austria, esordio nella competizione in cui è stra-favorita, ma la stella indiscussa Kylian Mbappé, 25 anni, pronto a trasferirsi al Real Madrid, si occupa di un'altra sfida: «L'estremismo è alle porte del potere, è ora di mobilitarsi. Ogni singola voce conta. Spero che saremo ancora fieri di portare questa maglia il 7 luglio».
Un minuto dopo c'è chi lo chiama discepolo di Macron e chi lo applaude e chi lo indica come esempio e chi, all'opposto, gli suggerisce di occuparsi di pallone.
Reazioni piuttosto assurde.
Lui fa semplicemente di testa sua. Da sempre.
Mbappé segue la linea Thuram junior. A differenza del compagno di squadra, non rivela apertamente da che parte sta lui anche se si capisce benissimo nella descrizione della nazionale «promotrice di valori come uguaglianza, tolleranza e multiculturalismo».
Sceglie un verbo preciso, disconnettere: «Non possiamo essere disconnessi perché impegnati nell'Europeo. C'è la partita, ma pure una situazione fuori dal campo che ci preoccupa». Sa molto di una risposta diretta al suo tecnico Deschamps che utilizza lo stesso identico verbo per evidenziare il contrario: «Sono qui con un incarico importante e sono disconnesso dal resto. Se ci sono attacchi frontali rispondo, se qualcuno strumentalizza il gruppo mi faccio avanti, sul resto non mi esprimo». Vecchia guardia contro voglia di dire la propria. L'Europeo mette a nudo un conflitto generazionale.
Quando Deschamps è diventato campione del mondo, nel 1998, i Bleus sono stati il primo simbolo di una società multiculturale. Dentro quello spogliatoio, in cui militava pure Thuram padre, in tanti hanno poi preso le distanze dall'etichetta inclusiva «Black, Blanc, Beur», per la primissima volta si consideravano anche gli arabo-discendenti nel quadro di una Francia che proprio dall'intreccio di radici diverse trae forza.
Come tutte le etichette era posticcia e si è staccata in fretta: la rivolta delle banlieue, periferie ancora in agitazione alla vigilia delle Olimpiadi in casa, ha dimostrato che quel Mondiale non ha aggiustato nulla. Non avrebbe potuto: lo sport mostra non risolve, dà voce ai problemi, presta una scena. Non ha potere esecutivo.
emmanuel macron consola kilyan mbappe
I rapporti con Macron La generazione Deschamps è stata educata alla neutralità, la generazione Mbappé scarta il concetto. Però qui si tratta di un fuoriclasse che va a cena con Emmanuel Macron, che si intrattiene con Bernard Arnault, l'uomo più ricco del mondo. Mbappé è il talento che prima ha incantato gli sceicchi del Qatar e poi li ha abbandonati. È stato definito: impaziente, arrogante, decisivo, egoista, provocatore, capriccioso, ambivalente, determinante. Pezzi di una personalità che se ne frega di stare dentro una singola foto. Gli va stretta.
kylian mbappe emmanuel macron 6
Mbappé si comportava da alternativo prima di guadagnare milioni, era un punto di riferimento da ragazzino, figuriamoci da capitano della Francia. Frequentare la politica lo rende solo più consapevole e volerlo burattino di Macron significa non tenere conto della sua carriera. Macron lo avrebbe preferito al Psg, ha lavorato per tenerlo a Parigi e non ci è riuscito. Macron cerca di costringerlo a essere faccia dei Giochi del 2024
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MACRON CONSOLA MBAPPE DOPO LA SCONFITTA CONTRO L ARGENTINA IN FINALE AI MONDIALI MACRON CONSOLA MBAPPE DOPO LA SCONFITTA CONTRO L ARGENTINA IN FINALE AI MONDIALI emmanuel macron kylian mbappe macron mbappè macron snobbato da mbappe