METE CHE FANNO LA STORIA - LA FINALE DELLA COPPA DEL MONDO DI RUGBY SARA’ SUDAFRICA-NUOVA ZELANDA: L’ULTIMA VOLTA CHE LE DUE NAZIONALI HANNO GIOCATO UNA PARTITA PER CONTENDERSI LA COPPA ERA NEL 1995 – IL MATCH, CHE SI GIOCO’ A JOHANNESBURG, DIVENNE IL SIMBOLO DELLA FINE DELL’APARTHEID, CON NELSON MANDELA, REDUCE DA 30 ANNI DI PRIGIONIA, CHE INCORAGGIÒ LA SQUADRA E SCESE IN CAMPO DOPO LA FINALE - NEL 2009 CLINT EASTWOOD GIRO' IL FILM “INVICTUS” PER RACCONTARE LA STORIA DELLA PARTITA...

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nelson mandela francois pienaar nelson mandela francois pienaar

Estratto dell’articolo di Stefano Semeraro per www.lastampa.it

 

Ventotto anni dopo, sarà di nuovo 'Invictus'. Di nuovo Sudafrica-Nuova Zelanda in una finale della Coppa del mondo di Rugby, come nella leggendaria partita del 1995 a Johannesburg raccontata dal film di Clint Eastwood […]

 

Un match rimasto nella Storia con la maiuscola, non solo quella minore sport, perché il Sudafrica era appena uscito dal dramma dell'apartheid - che aveva impedito fra l'altro ai Bokke di disputare le prime due edizioni della Coppa - e Mandela, reduce da quasi trent'anni di prigionia, con un gesto immenso decise di sdoganare lo sport 'bianco' per eccellenza, che per i neri sudafricani rappresentava uno dei volti dell'apartheid. 

 

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Nella lunga vigilia del Mondiale 'Madiba' incoraggiò pubblicamente la squadra, poi scese in campo dopo la finale, con indosso il jersey numero 6 di Pienaar, per consegnargli il Trofeo: uno dei grandi momenti del Novecento immortalato in una foto che è passata alla storia. […]

 

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la battaglia in campo, 9-9 all'ottantensimo, e il magnifico drop di Joel Stransky che nei supplementari fissò sul 15-12 per i padroni di casa il punteggio di una finale senza mete. «Oggi ha sentito tutti i 63.000 dello stadio tifare per voi?», chiese l'intervistatore in campo dopo il fischio finale a Pienaar. «No, oggi ho sentito 42 milioni di sudafricani tifare per noi», rispose il capitano.

 

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Anche ieri è stato un calcio perfetto, quello piazzato da metà campo dal piede preciso e dai nervi di ferro di Handre Pollard, a 180 secondi dalla fine, a decretare il 16-15 finale e dare il successo, che fino a dieci minuti era sembrato impossibile, agli Springboks del luciferino, geniale coach Rassie Erasmus. L'Inghilterra ha giocato una partita quasi perfetta, e non ha quasi nulla rimproverarsi. Ma è fuori.

 

Sabato prossimo Nuova Zelanda e Sudafrica invece scenderanno in campo cercando entrambe il quarti successo ai Mondiali. Gli All Blacks sono rinati dopo la sconfitta all'esordio con la Francia, gli Springboks sono arrivati dove volevano, ribaltando una sconfitta quasi certa e mostrando di nuovo al mondo il significato della parola resilienza. […]

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Si giocherà a Parigi, ma come ha detto il capitano, nero, Siya Kolisi, che quattro anni fa alzò la coppa in Giappone «sentiamo il nostro paese dietro di noi, se vinceremo lo faremo per loro. Se vinceremo vincerà tutta l’Africa». E la memoria del capolavoro di Mandela.

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