Massimiliano Gallo per ilnapolista.it
Il Napoli ha perso a Madrid 4-2. E fin qui per certi versi non c’è notizia. Ma il primo tempo non lo abbiamo capito. Non abbiamo compreso l’atteggiamento della squadra, speriamo anche non dell’allenatore. È parso un ritorno al Napoli di 15 anni fa: timoroso, come se non avesse mai giocato in Europa. Una regressione perfino inquietante. Poi, nella ripresa, sul 2-1 per loro, con Osimhen in campo, la musica è cambiata. Almeno per venti minuti. Il Napoli ha pareggiato. È tornato ad aggredire.
Ha avuto la palla del 3-2 (clamoroso errore di Kvara). Prima di sparire nuovamente, ringraziare Joselu (in versione Calloni) per tre gol mangiati, e subire il gol del 3-2 con un tiro di sinistro del giovane Paz Martinez. Tiro che aprirà discussioni infinite su Meret. Prima del quarto di Joselu. A nostro avviso il Napoli ha perso l’occasione di venire a giocarsela. Noi del Napolista siamo come al solito in minoranza in città ma il ritorno delle discussioni “ci interessa solo il campionato” ci fa rabbrividire. Qui il tempo sembra passare invano. Abbandoniamo i fortini culturali. Facciamoci la carta d’identità valida per l’espatrio, non abbiamo paura.
Ora ce la giocheremo col Braga che ha pareggiato e quindi è ancora a meno tre. Teoricamente potrebbe vincere a Napoli con due gol di scarto. Teoricamente.
Del Real ricordiamo che la lista degli infortunati era quasi più lunga di quella dei titolari: Courtois più il secondo portiere Kepa, Militao, Camavinga, Tchouameni, Arda Guler e Vinicius. Bellingham ha giocato col tutore alla spalla ma non si è notato.
La cronaca
Nel primo tempo il Real Madrid ha l’aria sonnolenta e anche un po’ infastidita di chi è costretto a giocare una partita di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Un atteggiamento supponente che contribuisce a tenere (diciamo) aperto il match per una ventina di minuti. E ha consente al Napoli di andare in vantaggio con il Cholito che un gol al Bernabeu lo avrà sognato spesso. Il gol in qualche scuote il Madrid, lo costringe quantomeno a stiracchiarsi. Il Madrid reagisce come quando Bud Spencer viene tirato a forza in qualche rissa.
Di malavoglia comincia a menare cazzotti. Così fanno loro. Palla al centro, Brahim Diaz (che quando vede il Napoli si accende) si beve prima Lobotka e poi Anguissa, prende l’autostrada verso la porta, serve Rodrygo che si accentra e batte Meret come se fosse un allenamento. Uno a uno dopo nemmeno due minuti. Un altro po’ di sbadigli. E poi ci pensa Bellingham a segnare su perfetto cross di Alaba. Il Napoli resta a guardare. Anche troppo, sinceramente. Nella partita dei mazzarriani non c’è ombra di ferocia agonistica. Né di accelerazioni. Affrontare il Real a ritmi blandi equivale a un suicidio calcistico. Ventidue minuti e la partita sembra chiusa.
Al minuto 36 da registrare il tunnel che con nonchalance fa Bellingham su Lobotka (serata dura per lo slovacco).
Eppure è chiaro che basterebbe accelerare appena un po’ per metterli in difficoltà. Ogni volta che il Napoli si scuote, accenna al pressing, aumenta il ritmo, qualcosa accade. Sul finire di tempo, il Napoli sfiora il pareggio in un paio d’occasioni: con un tiro di Zielinski e l’azione fotocopia del primo gol, solo che stavolta il Cholito viene anticipato.
Per fortuna nell’intervallo si vede Osimhen sul terreno di gioco. Il suo ingresso lascia ben sperare. Su di lui va Rudiger. Pronti via, Anguissa approfitta di una corta respinta in area e scaraventa il pallone con un destro violento che Lunin sente solo passare. Nel secondo tempo è un altro Napoli. Il Napoli ruba palla a Ceballos, va in contropiede tre contro uno e incredibilmente Kvara, solo davanti a Lunin, preferisce appoggiare per Osimhen ma il Real recupera. Sprecata un’occasione d’oro.
Ma la partita è cambiata. Anguissa cresce col passare dei minuti. Il Napoli finalmente è sul campo, fa sentire la propria presenza. Prima di torna a sparire. Da annotare l’infortunio di Zielinski e l’incertezza di Meret di cui si parlerà a lungo. Infine il quarto gol.