NAPOLI-INTER VISTA DA SCONCERTI: "UN RISULTATO CORRETTO CHE FA UN PO' DI MALE A ENTRAMBE SENZA INTERROMPERE NIENTE. E’ STATA UNA PARTITA POCO ITALIANA TRA 2 SQUADRE EQUIVALENTI. DZEKO HA FATTO PIÙ DI OSIMHEN, HA PESATO DI PIÙ NELLA SOSTANZA. SONO MANCATI BARELLA E CALHANOGLU. L'UNICA ECCEZIONE TATTICA CHE HO VISTO È STATA LA POSIZIONE DI..."

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Mario Sconcerti per il Corriere della Sera

 

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Napoli-Inter è stata una gran bella partita tra due squadre diverse ed equivalenti. Il Napoli ha possibilità di gioco in velocità che all'Inter mancano, l'Inter ha una struttura di squadra che ancora manca al Napoli. Se dovessimo tentare una sintesi estrema direi che Dzeko ha fatto più di Osimhen, ha pesato di più nella sostanza. Osimhen ha inciso molto, ma quasi sempre in modo disunito.

 

 

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Molte scintille, poco fuoco. Dzeko ha fatto meno ma in modo universale, ha giocato per tutti e per se stesso. È stata una partita inusuale, niente falli, niente interruzioni arbitrali, Sanchez ha aspettato 7 minuti a bordo campo prima di entrare perché non arrivava nemmeno un fallo laterale. Una partita poco italiana che ha avuto due ritmi. Primo tempo abbastanza dominato dal Napoli, secondo dalla parte dell'Inter. Sono mancati in generale Calhanoglu e Barella, a disagio con Fabian Ruiz e Lobotka. Brozovic è stato meno lucido del solito perché impensierito dalla velocità tecnica di Zielinski. C'è stato un disagio delle due squadre sparso tra le loro virtù diverse, che ha proibito l'eventualità di superarsi.

 

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L'Inter ha finito dominando, ma ha tirato pochissimo in porta. De Vrij ha sofferto quasi intellettualmente Osimhen, ma alla fine lo ha tenuto. È stata una partita condotta, più che arbitrata, benissimo da Doveri, in cui né Napoli né Inter hanno saputo andare sopra le righe. Sono diversamente alla pari, ma l'Inter resta ancora tra uno e quattro punti avanti. Così alla fine è stata una partita che aiuta il Milan nel suo rientro. Non c'è stato sul campo un messaggio prevalente.

 

Il Napoli ha attaccato meglio e si è tenuto nella ripresa il contropiede. L'Inter in quel tratto ha spesso dominato ma senza concludere. L'unica eccezione tattica che ho visto è stata la posizione di Dimarco per lunghi periodi del secondo tempo, molto profonda, quasi centrale, spesso pericolosa. Un uomo in più. Il resto si sintetizza in un risultato corretto che fa un po' di male a entrambe senza interrompere niente del loro dialogo sulla stagione.

 

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