Estratto dell'articolo di Paolo Condò per “la Repubblica”
(...) La missione di questo Napoli non si esaurisce con lo scudetto. Però i prossimi cinque mesi costituiscono un'opportunità forse irripetibile per competere in Champions. (...)
L'autunno d'eccellenza ha garantito al Napoli l'urna forte nel sorteggio, e la rivale estratta, l'Eintracht, è di valore conseguente: buono, non straordinario.
Oltre le colonne d'Ercole degli ottavi c'è il mare aperto, con tre navi che rubano l'occhio - Psg (anche se), Bayern e City - ma delle prime due, sorteggiate assieme, ne resterà solo una. Un mese è lungo e molte cose possono cambiare, ma oggi le inglesi più in palla sono Arsenal e United, iscritte all'Europa League, mentre in Champions navigano giganti in panne come Liverpool e Chelsea.
Lo stesso Real Madrid, ieri travolto dal Barcellona, sembra aver esaurito la scorsa primavera le sue proverbiali sette vite.
Naturalmente è illusorio pensare che Kvara e Osimhen possano sorprendere i tecnici d'Europa. Ciò non toglie che affrontarli per la prima volta sia un compito insidioso, come ben sa Jurgen Klopp.
E i due campioni più appariscenti non sono gli unici ad aver saltato il Mondiale, tenendosi in tasca un quid di imprevedibilità e motivazione: il mondo conosce poco Lobotka, ha sentito vagamente parlare di Rrhamani, ricorda alla lontana Di Lorenzo, Meret e Politano, e della pattuglia passata per il Qatar (Kim, Anguissa, Zielinski, Lozano, Olivera) non sono rimaste grandi tracce. Ma sono ottimi giocatori che Spalletti ha cucito assieme con il gioco, e da Raspadori a Ndombele la rosa è profonda e completa. Nessuno dice che il Napoli debba vincere la Champions, ma questo è l'anno in cui non porsi limiti.
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