Davide Stoppini per gazzetta.it
Inter senza limiti, Lukaku e Lautaro con tre gol in due accendono l’Eden Arena come le lucine di un albero di Natale di questi tempi: 3-1 allo Slavia Praga e qualificazione agli ottavi che si riavvicina. “Basterà” battere il Barcellona tra due settimane a San Siro, impresa forse non proibitiva visto che i catalani sono già qualificati…
BEFFA VAR
Da gazzetta.it
Dalla gioia per il 2-0 alla delusione per il raddoppio cancellato e il rigore contro che decreta l'1-1. Succede in epoca di Var. L'Inter stava festeggiando il raddoppio di Lukaku sul campo dello Slavia Praga, un risultato importante, praticamente fondamentale per il prosieguo della squadra nerazzurra in Champions. Poi la doccia gelata: l'arbitro polacco Marciniak ascolta all'auricolare il collega al Var, s'incammina verso il monitor. Sotto la lente d'ingrandimento è un contatto avvenuto nell'altra area, una trentina di secondi prima del gol di Lukaku. Su un cross dalla destra, De Vrij va a contrastare Olayinka, ma si fa anticipare e tocca sul piede l'avversario. Marciniak fa proseguire, la palla arriva nell'altra metà campo, dove lo Slavia combina un incredibile pasticcio in difesa, consentendo alla premiata coppia Lautaro-Lukaku di confezionare il momentaneo 2-0. Tutto inutile, l'arbitro dopo il replay al monitor decreta il precedente rigore per i cechi. Niente gol di Lukaku, anzi Soucek pareggia dal dischetto. È 1-1.
PERCHÉ È GIUSTO
Da protocollo Var, non c'è un limite di tempo per il processo di revisione poiché l'accuratezza della decisione è più importante della rapidità nel prenderla e se il gioco non è ancora interrotto, l'arbitro interviene quando il pallone è in una zona/situazione neutra (di solito, quando nessuna squadra è impegnata in un'azione d'attacco o la palla è uscita o c'è un fallo). Sfortuna ha voluto che il primo momento utile sia stato quello dopo il gol di Lukaku.
IL PRECEDENTE
In Italia il primo e clamoroso caso simile capitò in Spal-Fiorentina dello scorso anno. Felipe rifilò un pestone a Chiesa, l'arbitro non fischiò e nel capovolgimento di fronte gli emiliani andarono in gol. Sarebbe stato il 2-1 per la Spal, ma il Var Mazzoleni fece correggere l'errore, richiamando il direttore di gara. Niente gol, rigore per i viola, che poi andarono a vincere la partita. L'Inter si augura che il finale sia diverso...
LIVERPOOL-NAPOLI
Maurizio Nicita per gazzetta.it
Il Napoli è tornato. La sfida vibrante di Anfield dice che la squadra di Ancelotti, al di là dei risultati, si è ritrovata. Ora dovrà dare un senso di continuità in campionato, dove il rendimento è stato decisamente negativo. Stimolati dai campioni di Europa gli azzurri sono apparsi gruppo compatto, capace di colpire in avvio e soffrire nel finale quando i Reds hanno accelerato come solo loro sanno fare, nel loro splendido stadio. Il pari è risultato di grande prestigio e avvicina il Napoli agli ottavi: basterà solo pareggiare in casa col Genk fra due settimane.
CHE PARTENZA!
Klopp rinuncia alla sua fonte di gioco da destra Alexander-Arnold, schierando Gomez, mentre in mezzo sceglie il più esperto Milner lasciando fuori l’olandese Wijnaldum. Ancelotti opta per uno schieramento inedito, più coperto per la fase difensiva. Con Maksimovic terzino destro bloccato e davanti a lui Di Lorenzo, più avanzato. La contemporanea assenza del capitano Insigne e del suo vice Callejon porta a dover scegliere e la fascia viene affidata a Koulibaly e anche questo è un segnale visto che come anzianità di presenze sarebbe toccata a Mertens.
Parte forte, con pressing altissimo il Liverpool, qualche difficoltà iniziale in uscita per gli azzurri, che però trovano presto la quadra. A destra funziona la coppia inedita con Maksimovic attento su Mané e Di Lorenzo pronto a togliere spazio a un Robertson un po’ troppo nervoso. E proprio l’ex terzino dell’Empoli ruba un bel pallone, lanciando Mertens sul filo del fuorigioco. L’aggancio del belga è perfetto, la corsa verso Alisson non consente recuperi ma la posizione è decentrata e il portierone brasiliano copre bene. Ma Dries lascia partire un destro in diagonale che è un colpo di biliardo perfetto che ammutolisce Anfield. Colpisce anche l’esultanza, niente balletti o corse: la squadra si abbraccia stretta attorno al goleador (117 gol al Napoli, a soli 5 dal cannoniere di sempre Hamsik). Esultano i due mila napoletani presenti.
Il Liverpool prova a reagire ma nonostante un possesso palla mostruoso nel primo tempo (70 %), il tridente dei sogni Mané-Firmino-Salah rimane troppo schiacciato, perché il Napoli non lascia profondità e copre bene le linee di passaggio. Tanto che le situazioni migliori sono sempre per il Napoli, con Lozano che perde l’attimo fuggente per chiudere due triangoli in velocità, prima con Mertens e poi con Zielinski. La prima conclusione dei campioni d’Europa arriva con un colpo di testa di Van Dijk, su calcio piazzato, parato agevolmente da Meret, che proprio allo scadere chiude bene sul primo palo sul tiro di Milner, partito in slalom.
CAMBIO DI MARCIA
Klopp riesce a strambare con il secondo cambio. Quando con Oxlade Chamberlain, al posto di uno spento Gomez, chiedendo a Henderson il sacrificio di giocare terzino. Ora il Liverpool trova intensità e convinzione, Koulibaly salva sulla linea (tiro di Mané) per una uscita alta sbagliata di Meret. È il preludio al gol che arriva da angolo di Milner, con Lovren che sovrasta Mertens di testa e non perdona. Il Napoli soffre ma stringe i denti. Entra anche Alexander-Arnold per dare ancora più spinta. Ancelotti sostituisce le punte con Llorente ed Elmas, coprendosi di più e riuscendo resistere al finale arrembante di una grandissima squadra. Applausi per tutti.