LA "WALK OF SHAME" DI DJOKOVIC FUORICLASSE DI MASOCHISMO, PURE I NO VAX LO HANNO ABBANDONATO: “S’È FATTO UMILIARE” - HA PIETITO IL SUO POSTO AGLI AUSTRALIAN OPEN FINO ALL’ULTIMA UDIENZA. S’È ROVINATO DELIBERATAMENTE DA SOLO.  E ORA LA SUA IMMAGINE È ROVINATA – DOPO LA DECISIONE DEL TRIBUNALE, NOVAX DJOKOVID E' ANDATO IN AEROPORTO E SI E' IMBARCATO PER DUBAI: VIDEO

- -

-

Condividi questo articolo


 
Mario Piccirillo per ilnapolista.it
 

DJOKOVIC DUBAI DJOKOVIC DUBAI

Né santo né santone. Manco martire. Novak Djokovic s’è infilato una decina di giorni fa in una “walk of shame”, come la chiamano gli inglesi: una sfilata della vergogna, in cui tu passi e la gente tutt’attorno sputa e inveisce. C’era entrato da semi-leggenda del tennis, il numero uno un po’ naif.
 
Ne esce senza nemmeno l’etichetta di talismano dell’indecenza, il no-vax più celebre del pianeta. Un campione ribaltato dalla stessa noncuranza con cui sperava di imporsi oltre le leggi d’un Paese straniero, ma ancora peggio: contro gli interessi della politica in anno elettorale. Un mostro finale che nessuno sano di mente ambirebbe a combattere. Il risultato è che Djokovic, in preda ad un crisi quasi psicotica di masochismo, s’è rovinato deliberatamente da solo.
 
Mentre il mondo scopriva quanto fosse deteriore tutto il pregresso, magari finora nascosto nella nicchia tennistica: l’ultranazionalismo folkloristico della sua famiglia, il polpettone mistico delle sue fissazioni, l’anti-scientismo con cui ha affrontato due anni di pandemia. Dieci giorni di opinionismo perpetuo hanno scavato dappertutto, non lasciando nulla al non-detto.

djokovic djokovic

 
Alcuni temevano che l'”accanimento” del governo australiano producesse il contraccolpo ideologico, trasformando un campione mondiale in eroe anti-vaccinale. Quel fronte si nutre del complottismo spicciolo, l’occasione di potersi giocare la carta Djokovic era ed è enorme. Ma lui no, ha tradito anche l’integerrimo ordine degli anti-tutto.
 
Perché è rimasto lì a pietire il posto agli Australian Open, fino all’ultima arringa dei suoi avvocati. Ha affrontato quello che il suo collega tennista-novax Sandgren ha definito “un rituale d’umiliazione” con spirito collaborazionista. Nell’ultima udienza il suo legale s’è spinto a rinfacciare al governo che Djokovic “non ha mai apertamente criticato i vaccini”, sfidandolo: “Perché non glielo avete chiesto adesso cosa ne pensa?”. Come a voler suggerire una resa condizionata. Avrebbero magari potuto trattare una dichiarazione d’intenti per salvare capra e cavoli. Solo che gli australiani c’hanno i canguri, e ai confini (di principio e geografici) ci tengono un po’.
 

MEME SU DJOKOVIC IN AUSTRALIA MEME SU DJOKOVIC IN AUSTRALIA

Morale: Djokovic ha perso, su tutti i fronti. In questi giorni c’è stato il tempo di ravanare nella storia per rintracciare qualche precedente. L’Équipe ricorda che nel 1974 Jimmy Connors venne espulso con Evonne Goolagong dal Roland-Garros per una controversia con la federazione francese. Era nato un circuito alternativo, loro avevano aderito e la faccenda stava finendo in tribunale.
 
Connors venne escluso dallo Slam cinque giorni prima dell’inizio del torneo e non sarebbe più tornato in Francia per cinque anni. Djokovic rischia tre anni di “ban” dall’Australia.
 
Altri, con sprezzo del pericolo, avevano paragonato la battaglia di Djokovic a quella di Cassius Clay (all’epoca ancora si chiamava così, Muhammad Ali) che mise in gioco reputazione e carriera per opporsi alla guerra del Vietnam. Djokovic è andato alla guerra per opporsi ad un vaccino che salva la vita a milioni di persone. Coerente il finale: a uno la gloria, all’altro l’onta. Ma è chiaro che invece i riferimenti adeguati alla vicenda sono usciti tutti dalle allegorie del suo clan: Gesù Cristo crocifisso, Spartaco, cose così.

djokovic con una fan a marbella djokovic con una fan a marbella

 
Ampiamente fuori dal pantone della logica, in linea con l’isteria diplomatica che ha governato le reazioni in quest’ultima settimana. Ed è in questo contesto quasi fumettistico che s’è perso l’onore di Djokovic. Ha scelto di abitare un altro pianeta, ma nel frattempo non è riuscito a farsi testimonial di quella sorta di opposizione macchiettistica che lo voleva leader d’una rivoluzione. Avrete ascoltato in questi giorni il silenzio assordante dei suoi sponsor. Il Sole 24 ore ha stimato che il prossimo anno potrebbe perdere non meno di 30 milioni di euro di sponsorizzazioni.
 
Il commento del Sole è azzeccato: “Dopo aver speso fior di milioni per allineare il loro brand a un lifestyle desiderabile, a uno sportivo di successo, a un professionista stimato, oggi si ritrovano ad aver sponsorizzato Pippo Franco”. Lo stacco di credibilità, mentre il suo aereo lo riporta in Europa, è tutto qua. Djokovic s’è rappreso. Ha ammesso qualcuno dei suoi errori più marchiani, altri li ha lasciati in carico al suo entourage. Ha annaspato, nell’incubo di tutti i pr: né di qua, né di là.

djokovic djokovic

 
 
Solo e soltanto paccheri a destra e a manca. Lo avevano cantato come l’uomo arrivato in Australia a combattere l’ingiustizia, l’ipocrisia e per qualche ragione pure il colonialismo. E’ stato ruminato dal circo dei media, lui e le sua bolla di accoliti e supplicanti. L’Australia, una nazione insulare vasta, polverosa e atomizzata da due anni di isolamento estenuanti, affaticata, l’ha preso di petto. Lui e le sue fisime sul potere mentale disintossicante. Depurasse l’acqua con le preghiere a casa sua. Sconfitto, con ignominia. Non c’è di peggio, per uno sportivo.

 

 

 

 

 

park hotel melbourne 5 park hotel melbourne 5 park hotel melbourne 6 park hotel melbourne 6 Il modulo di Djokovic Il modulo di Djokovic

 

DJOKOVIC19 DJOKOVIC19 djokovic certificato djokovic certificato

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - NEI CORRIDOI DI VIALE MAZZINI VIENE DATA PER CERTA SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI IN VIRTÙ DEL PRONTO SOCCORSO M5S, IN CAMBIO DEL TG3 - MA IL DO UT DES, DEFINITIVA LAPIDE PER EVENTUALI ALLEANZE COL PD, NON SARÀ IMMINENTE: PRIMA DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE DI FINE NOVEMBRE, C'E' IL VOTO DEL 17 PROSSIMO PER LA REGIONE UMBRIA - SE I GRILLINI PURI E DURI NOSTALGICI DI BEPPE-MAO, DISERTASSERO LE URNE, COME È SUCCESSO IN LIGURIA, RIUSCIREBBE CONTE A SOPRAVVIVERE ALL'ENNESINO BRUCIANTE TRACOLLO ELETTORALE A POCHI GIORNI DALLA COSTITUENTE? AH, SAPERLO...

DAGOREPORT – FIATO AI TROMBONI! IL 6 E IL 7 NOVEMBRE ANDRÀ IN SCENA A ROMA UN GROTTESCO SPETTACOLO DI ITALICA IPOCRISIA: GLI STATI GENERALI DELLA RAI, DUE GIORNI PER DISCUTERE ‘’COME TENERE LA POLITICA FUORI DALLA RAI’’ (SEMBRA CROZZA MA È COSÌ…) - A CHE SERVE TALE GIGANTESCA PRESA PER IL CULO CHE VEDRÀ OSPITI LA RUSSA, GIULI, VESPA, FLORIS, GRASSO, TRAVAGLIO, SECHI, SCHLEIN, SALVINI, URSO, TAJANI, ETC., VOLUTA DALLA CURVACEA PRESIDENTE DELLA VIGILANZA RAI, LA 5STELLE BARBARA FLORIDIA? - NON È UN MISTERO L’OBIETTIVO DI CONTE DI ACCAPARRARSI IL TG3 IN CAMBIO DEL VOTO A FAVORE DEL CARTONATO DI GIANNA LETTA, SIMONA AGNES, IN TREPIDA ATTESA DELLA PRESIDENZA RAI - MA CONTE SI RITROVA I NEURONI DIVISI TRA GOFFREDO BETTINI E MARCO TRAVAGLIO, MENTRE BEPPE GRILLO LO ASPETTA AL VARCO DELLA COSTITUENTE (MUOIA M5S CON TUTTI I FILISTEI) - LA PRECISAZIONE DELLA FLORIDIA...

DAGOREPORT – PERCHÉ ENRICO PAZZALI, NONOSTANTE UN RAPPORTO DI “AMICIZIA DI VECCHIA DATA” CON IGNAZIO LA RUSSA, HA CERCATO NOTIZIE "SULLA SITUAZIONE IMMOBILIARE E LE PARTECIPAZIONI SOCIETARIE" DEL PRESIDENTE DEL SENATO E I SUOI FIGLI? A FAR RIZZARE PELI E CAPELLI, È LA DATA DELL'ILLECITA OPERAZIONE: 19 MAGGIO 2023. VALE A DIRE: IL GIORNO DOPO LA NOTTE IN CUI IL FIGLIO DI ‘GNAZIO, LEONARDO APACHE, AVREBBE STUPRATO (SECONDO L’ACCUSA DELLA PRESUNTA VITTIMA) UNA RAGAZZA. MA IL 19 MAGGIO 2023 NESSUNO SAPEVA QUELLO CHE ERA AVVENUTO: SOLO 40 GIORNI DOPO LA RAGAZZA PRESENTA UNA QUERELA. IL 3 LUGLIO LA PROCURA DI MILANO APRE UN FASCICOLO. IL 7 LUGLIO IL "CORRIERE" PUBBLICA LA NOTIZIA - QUALCUNO VOCIFERA CHE DI MEZZO POTREBBE ESSERCI L’ASPRA BATTAGLIA TRA LEGA E FDI, TRA SALVINI-FONTANA E LA RUSSA-SANTACHE' PER LA CONQUISTA DELLA SANITA' LOMBARDA. ALTRI SONO PER LA TESI DELL'ESTORSIONE: MA PER 'GNAZIO ''NON SI TRATTA DI COINCIDENZE" - CHE C’ENTRA UN PREFETTO A CAPO DELLA CYBERSECURITY NAZIONALE? CHIEDETELO A MANTOVANO...

DAGOREPORT - VIVA IL POPOLO, A MORTE I CONTI! IL GOVERNO DUCIONI, NEL SUO CONTINUO TENTATIVO DI STRAVOLGERE L’ASSETTO COSTITUZIONALE, HA PUNTATO ORA LA CORTE DEI CONTI, OVVERO I MAGISTRATI CHE HANNO COME COMPITO PRIMARIO IL CONTROLLO DEI CONTI DEL PAESE – C’È GRANDISSIMA PREOCCUPAZIONE TRA I MAGISTRATI DELLA CORTE PER LA RIFORMA CHE PASSA CON IL NOME DI DDL FOTI, CHE SVUOTA LE FUNZIONI DELLA CORTE - LA DUCETTA NON SI FERMA. E INIZIA UN ALTRO ATTACCO ALLA MAGISTRATURA. CHE COSA FARÀ IL PRESIDENTE MATTARELLA?

DAGOREPORT - LA SCONFITTA IN LIGURIA CONTE PUÒ TATUARSELA SULLA COSCIENZA. UN GIOCO AL MASSACRO, QUELLO DEL M5S, CHE SI TRASFORMA IN FARSA, VISTO CHE ITALIA VIVA, ESCLUSA CON IGNOMINIA DALL’ALLEANZA ELETTORALE IN LIGURIA, SARÀ PRESENTE A SUPPORTO DEL CAMPOLARGO SIA IN UMBRIA CHE IN EMILIA ROMAGNA – LA FORZA CHE MANCHERA’ SEMPRE ALLA SINISTRA SI CHIAMA “FATTORE BERLUSCONI”. OVVERO: PUR NELLA TOTALE DIVERSITÀ DI IDEE, NEL MOMENTO DECISIVO FORZA ITALIA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SI UNISCONO PER INCASSARE LA CUCCAGNA DEL POTERE - LA SOLITA PARACULAGGINE CON CUI GIORGIA MELONI HA PROVATO A GIUSTIFICARE LA PERDITA DI QUASI 100MILA VOTI RISPETTO ALLE EUROPEE - LA LEZIONE PIÙ EVIDENTE DEL VOTO LIGURE È CHE IL PD, CHE ELLY VUOLE FAR TORNARE UN PARTITO DI SINISTRA, SENZA UN SOLIDO ALLEATO DI CENTRO VA A SBATTERE - SE IL GOVERNO DUCIONI PORTA A CASA IL 3 A 0...