Mario Sconcerti per “il Corriere della Sera”
Il Milan va via con la sua sfacciataggine borghese portando avanti una differenza calma, quasi una logica inevitabile. Adesso sa di essere una squadra, sa che se aspetta qualcosa di buono arriverà. Ha gregari e campioni, è ben guidato, non ha il peso della storia addosso ma quel piccolo vento che ti spinge a cercarla. Non è una squadra assoluta, totale, ma non ce ne sono più in giro.
Nel calcio del silenzio il Milan è un lusso. Ha un realizzatore eccezionale, un centrocampo tra i migliori d' Europa (Kessie-Bennacer-Calhanoglu), ha qualità dovunque e coraggio, spirito di assistenza comune. È una squadra pronta, completa. Il Napoli ha giocato su una nota più bassa, cercando un equilibrio che non può esistere. I quattro davanti erano tutti piccoli e magri, dovevano fare i fenomeni per avere normalità.
È scomparso Insigne, è mancata la forza di Osimhen, ma nel mezzo è rimasto tanto Milan. Stanno crescendo i suoi particolari. Ibra decide ma non è più da solo. Intorno ha uomini che si integrano, che hanno modi diversi di attaccare l' avversario. Il corridoio di sinistra Hernandez-Rebic è di alto livello. Una vera, bella, squadra. Sta crescendo anche la Juve, ma vincere con le squadre dell' altra metà della classifica ormai non è un problema.
Su 40 partite delle prime cinque in classifica si trova una sola sconfitta, quella dell' Inter col Milan, peraltro non del tutto meritata. Anche la Juve va aspettata a un altro tipo di impegni. L' Inter rimonta per la terza volta a San Siro due gol di differenza.
Lo ha fatto con Fiorentina, Parma e Torino. Lo aveva fatto sul piano del gioco anche col Milan, ma non arrivò il risultato. Questa regolarità nell' errore parla dei suoi limiti e del modo un po' selvaggio di superarli.
L' Inter non gioca bene finché la partita è normale, finché ha un profilo tecnico logico. Funziona al meglio quando la partita salta e arriva lo squilibrio. Allora chiude in area l' avversario spaventato e fa pesare la sua forza fisica, la qualità di grandi giocatori senza personalità.
È lì che viene fuori la zona Lukaku, immarcabile nell' assalto. Perché non sappia farlo prima è abbastanza evidente: l' Inter è lenta e troppo sbilanciata, il 3-3-4 dell' ultimo Conte porta superiorità numerica solo quando si gioca nella metà campo degli altri. A campo aperto è l' opposto, l' avversario ha sempre uomini in più. Insiste il Sassuolo.
Berardi oggi è un attaccante all' inglese, Boga ha colpi eccezionali.
Djuricic è forse il miglior dieci del campionato. Ma non cercate un favorito, non c' è. Conviene vivere alla giornata.