Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
È in atto un vero e proprio cambio di cultura nel nostro calcio. Ci stiamo abituando più a cercare il gol che a difenderlo. Ormai abbiamo raggiunto le medie dei grandi movimenti europei. Oggi, addirittura, dopo la 3ª giornata, stiamo segnando gli stessi gol che segnavamo nel 1950, gli anni di Nordahl l' ultima stagione prima dell' arrivo del gioco difensivo anche tra le grandi squadre.
Toccò a Foni all' Inter cominciare. Chiese ad Armano, la sua ala destra, se gli andava di coprire tutta la fascia. Armano disse sì e Foni lo prese in parola, tolse Blason dal suo ruolo di terzino e lo mise a fare il secondo difensore centrale. L' Inter vinse 2 scudetti consecutivi e lo fece segnando la metà dei gol che aveva fatto la Juve nel 1950. Ma ne subì infinitamente meno. Era nato il calcio all' italiana.
Lo avevano fatto prima sia Rocco nella Triestina che Viani nella Salernitana, ma per salvarsi. Foni fu il primo che lo fece per vincere. E cambiò il calcio.
A cambiarci sono stati 4 fattori fondamentali: 1) Il successo del gioco a zona sulla marcatura a uomo che ha finito per allargare lo spazio in area e ha disabituato il difensore a tenere lo sguardo sull' avversario. Oggi l' ordine della modernità è fissare il pallone. 2) Il maggior lavoro chiesto a un difensore: ricominciare l' azione, cercare un passaggio intelligente.
Alla fine, dopo tanto lavoro, scappano più avversari, arrivano più errori. 3) Vent' anni di dirette tv hanno insegnato a leggere bene un risultato, le vecchie barricate non sono più sopportabili. 4) Ma la spinta più importante è arrivata dai 3 punti a vittoria. Hanno reso il pareggio un cattivo risultato. Fino agli anni 90 i risultati più frequenti erano lo 0-0 e l' 1-0, oggi è il 2-1, con punte frequenti di 6-7 reti. Abbiamo in sostanza capito che prima di tutto conta vincere e per vincere conta segnare un gol in più, pazienza se se ne subisce anche uno di troppo. Questo ci offre oggi due varianti: gestire in modo moderno il nostro gioco all' italiana o adattarci a quello degli altri, che abbiamo ormai imparato a conoscere e siamo gli unici a poterlo fare. Per questo, forse, stiamo crescendo.
CLAUDIO GENTILE NAPOLITANO E FABIO CANNAVARO fabio cannavaro RICCARDO FERRI RICCARDO FERRI PAOLO MALDINI CESARE MALDINI CESARE PAOLO MALDINI 5