Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
Oltre che strana, la situazione del calcio è diventata imbarazzante. Per supplire al niente dovuto al virus si è andati avanti con il lavoro di mercato, ma ora che il campionato può riprendere, molti giocatori sono già di altre squadre o sanno di essere ormai emarginati in casa propria. Il caso più eclatante è quello di Pjanic, fino all' 8 marzo uno dei migliori centrocampisti europei, ora discretamente rinnegato dalla Juve al punto di volerlo scambiare con un giocatore, Arthur, che della Juve non vuole sentir parlare. È anche abbastanza chiaro che a dettare l' affare non è la voglia matta della Juve di avere Arthur, ma il desiderio pressante di sostituire Pjanic.
Arthur è un ottimo giocatore, è uno dei tanti nazionali di una squadra generosa come il Brasile che storicamente non nega convocazioni a nessuno, crescerà certamente giocando di più visto che nel Barcellona le sue partite dall' inizio sono state soltanto quattro. Ma è sicura la Juve che scambiarlo con Pjanic sia un affare?
La scelta è di Sarri, che trova Pjanic un regista lento e una mezzala che pensa troppo, quindi un' altra lentezza. Il suo regista è Bentancur, forse Tonali, certamente Jorginho.
Niente da dire, sono opinioni.
Pjanic gioca però a calcio come pochi, possibile non trovargli un altro ruolo in squadra? L' errore di fare mercato adesso porta a un piccolo paradosso: resta un terzo di campionato da giocare, c' è tanto da vincere e molto ancora da perdere.
Gli allenatori della Juve si confermano o si cambiano alla fine di una stagione quando si conoscono davvero i risultati.
Conviene dare troppa forza alle idee future di un tecnico che ha molto da fare ancora col presente?
Higuain C' è qualcosa di irreale nell' involuzione di Higuain. Non è più un ragazzo, ma non è vecchio, si avvia per i 33 anni. Non è nemmeno mai stato una sorpresa. Dopo i 36 gol a Napoli, ne ha segnati altri 24 nella Juve, poi 16. Ha sempre avuto continuità.
Perché allora da due stagioni il rendimento nei gol è così sceso? Il tramonto è coinciso con l' arrivo di Cristiano Ronaldo. In quel momento Higuain ha perso così tanta centralità nel progetto Juve da essere dato in prestito al Milan e al Chelsea nella stessa stagione. L' anno dopo è tornato ma solo per fare l' apripista a Ronaldo. Non è in discussione Ronaldo. Higuain avrebbe potuto reggere una competizione con lui e magari perderla. Non ha retto l' accantonamento come scelta, la sua improvvisa situazione qualunque. È stato dato in prestito come un ragazzo al primo contratto.
Tornato, ha dovuto inventarsi un mestiere, lui che aveva 75 presenze nella nazionale argentina. Che da quel momento ha naturalmente perso. La stessa cosa, con momenti diversi ma anche più forti, è successa a Dybala, che è solo più giovane e con un ruolo più libero di Higuain. Anche lui ha perso centralità, molte volte è diventato un problema. Per la proprietà transitiva è dunque diventato un problema anche Cristiano Ronaldo. Nella sua parte di campo la luce abbaglia. Ma la somma algebrica dei fotoni non è sempre conveniente. Anche su questo l' ultimo terzo di stagione dovrà dare chiarimenti.
Milan Per il futuro, cioè dal prossimo autunno, farei molta attenzione al Milan. La mia impressione è che stia nascendo una squadra diversa, quasi pronta per essere competitiva. Ha una qualità media alta e non ha più tanti ruoli scoperti. Gli manca l' uomo da 30 gol e, con più regolarità, i gol delle ali; per il resto deve solo perdere leziosità e rimanere dentro la partita. Ma i giocatori ci sono e sono incastrati bene. Pioli ha fatto un ottimo lavoro. Non credo il Milan lo cambi per avere un tecnico migliore. Lo cambia per avere un tecnico diverso, un' aria che spazzi l' ultimo scalino. Pioli su quello si è spesso fermato. Il Milan giovane non ha bisogno nemmeno di un grande vecchio nello spogliatoio.
Oggi serve un maestro, che abbia idee chiare e il carisma eccentrico per trasmetterle agli allievi. Con le basi del Milan, questo può diventare un calcio molto importante.