Gianluca Piacentini per il “Corriere della Sera”
Il nuovo stadio della Roma diventa sempre più un caso (anche politico). Ancora piena di ostacoli, infatti, è la strada per arrivare a realizzare l' impianto sognato dal presidente James Pallotta nella zona di Tor di Valle, a sud della città. La giornata di ieri, sotto questo profilo, è stato particolarmente delicata, e negativa, per la società giallorossa e l' altra parte proponente, la Eurnova di Luca Parnasi.
Due gli intoppi che gettano ombre preoccupanti sul nuovo impianto: da una parte le 6 pagine di «rapporto» della Soprintendenza a Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Roma, guidata da Margherita Eichberg, che ha espresso un parere estremamente negativo sul progetto.
Dall' altra l' audizione nella sede della Regione Lazio dell' assessore comunale all' Urbanistica Paolo Berdini, che ha ribadito di essere favorevole alla costruzione dello stadio, ma non a tutto quello previsto intorno: «63 mila metri quadrati è l' area sufficiente per costruire lo stadio, ci sono 220 milioni di opere inutili. In più consideriamo folle avere scelto un' area come Tor di Valle».
Il parere della Soprintendenza inviato dal ministero dei Beni e delle Attività culturali, sottolinea come le valutazioni di impatto ambientale non siano accompagnate da tutti i documenti richiesti (addirittura dal 2014 con quattro lettere inviate alla Roma). In più la Roma è accusata, tra le altre cose, «di scarsa chiarezza sulle procedure e di non avere coinvolto il ministero».
Una sorpresa per il club ed Eurnova, anche perché, come ha sottolineato l' assessore regionale alle Politiche del territorio e alla mobilità, Michele Civita, «la Soprintendenza ha partecipato due anni fa anche alla conferenza preliminare senza fare appunti di alcun tipo».
ROMA NUOVO STADIO AS ROMA NUOVO STADIO PROGETTO
L' audizione di Berdini, invece, era stata richiesta dal consiglio regionale per sollecitare il Comune su un passaggio fondamentale per la prosecuzione della Conferenza dei Servizi, che dovrà decidere in merito al progetto entro il 3 marzo 2017: vale a dire l' adozione della variante al Piano Regolatore Generale che Berdini non reputa affatto positivo perché «non porterà benefici nelle casse del Comune».
2. EX MERCATI GENERALI ROMA, DIECI ANNI NEL FANGO. E SI RIPARTE DA ZERO “SERVE PIÙ VERDE”
Paolo Boccacci per www.repubblica.it
Dopo più di dieci anni è ancora un cantiere, un cratere nel fango che di notte si illumina spettrale con le luci del grande ponte sulla ferrovia. E adesso per gli ex Mercati generali di Ostiense, una delle grandi “incompiute” della città, si prepara un’altra svolta.
L’assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, che deve firmare l’ultima delibera che darebbe il via ai lavori, vuole modificare il progetto (la trasformazione dei vecchi capannoni in una cittadella del divertimento e della cultura per i giovani) ampliando le zone destinate a verde nell’area di più di otto ettari.
Intanto i costruttori Toti, che avevano avuto in concessione gli ex Mercati, di proprietà pubblica, per realizzare il piano e gestirlo per 60 anni, hanno sottoscritto un accordo per cederlo in parte in subconcessione alla Società generale immobiliare Italia, dell’impero della famiglia degli immobiliaristi francesi De Balkany, che ha tutti i capitali per investire nella costruzione di “Ex”, questo il nome con cui è stata battezzata la zona, e poi tenerla in gestione, mentre i Toti rimarrebbero nel ruolo di impresa costruttrice.
Alle spalle un iter interminabile, con tanti sogni, molti finiti in un cassetto. Del maggio del 2005, dopo un’istruttoria sottoscritta dalla giunta Veltroni, è la prima consegna del terreno, sotto il quale furono anche trovate anfore che nell’antichità servivano per drenaggio dell’acqua. Poi nel 2008, sempre con Veltroni, si approva il progetto definitivo, firmato dall’archistar olandese Rem Koolhaas.
Quindi nel 2010 la giunta Alemanno dà il via a quello esecutivo. E da allora, per la mancanza di alcuni passaggi, il cantiere si è fermato alla ristrutturazione degli edifici che costeggiano i confini del quadrilatero, con le pareti subito aggredite dai writer, Rem Koolhaas, dopo le tante modifiche al progetto, ha ritirato la sua firma e sono scoppiate polemiche per un auditorium e altri spazi pubblici inghiottiti da quelli privati.
il progetto degli ex mercati generali roma
Alla fine l’ingresso nell’affare della famiglia De Balkany sembrava avesse detto la parola definitiva per il piano, che prevede al centro una piazza pedonale più grande di piazza del Popolo. Ma anche una rampa che da via Ostiense arriverà dentro fino ai parcheggi interrati e una struttura ricettiva di 5mila metri quadrati per studenti fuori sede. Non solo: altre piazze, di ampiezza uguale a quella del Pantheon, ad accogliere, con un investimento privato di circa 500 milioni, una biblioteca, una mediateca, un cinema multisala e in negozi, ristoranti, uffici.
Adesso invece si aspetta la delibera di giunta con la nuova revisione del progetto e l’inserimento di più spazio per il verde. La conferenza dei servizi già si è pronunciata con un “sì” ad aprile scorso, ma è più che probabile che debba tornare di nuovo a riunirsi per un’altra approvazione.
«Per gli ex Mercati sono anche pronti i progetti rivisti dopo numerose nostre richieste di integrazione », spiega il presidente dell’VIII Municipio, Paolo Pace (M5S). «Sono previsti un parcheggio alberato anche all’esterno, la sistemazione del ponticello per l’Ostiense. Ma l’ex minisindaco, Andrea Catarci, di Sel, polemizza: «Hanno approvato una mozione che rischia di far ripartire tutto da zero. Si sollecita Roma Capitale “a riesaminare la concessione al fine di verificarne la legittimità rispetto alle esigenze del quartiere” e ci si spinge a proporre “la creazione di un polo di produzione cinematografica”, sul modello “delle Factories della Pixar”».