PARIGI NON E' A MISURA D’OMO - GRINDR, L'APP DI DATING USATA DALLA COMUNITÀ LGBTQ, SARA’ VIETATA AL VILLAGGIO OLIMPICO “PER EVITARE LA CACCIA AL GAY E CASI DI OUTING”. O PERCHE’ CI SONO DIVERSI ATLETI OMOSESSUALI? LE REGOLE SOCIAL PER I GIOCHI DI PARIGI: AUDIO E VIDEO DOVRANNO AVERE LA DURATA MASSIMA DI DUE MINUTI E SI POTRANNO POSTARE FINO A UN'ORA PRIMA DELL'INIZIO DELLA COMPETIZIONE. NON SI POTRANNO INVECE FARE DIRETTE E I POST NON DOVRANNO SUPERARE I 2 MINUTI DI DURATA…

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Cecilia Mussi per corriere.it

 

 

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Le Olimpiadi di Parigi stanno per iniziare e, per gli atleti qualificati - sia olimpici che paralimpici - tra le regole da seguire durante i Giochi ci sono anche quelle per gestire i profili social. Il Cio ha pubblicato le linee guida per tutti i partecipanti, con l'obiettivo di proteggere i diritti di immagine dei canali tv che gestiscono l'evento. Si potranno condividere foto e video, ma con alcune limitazioni di durata e di contenuto. Non si potrà usare, per esempio, l'intelligenza artificiale per modificare le immagini e non ci sarà spazio per i post a pagamento.

 

Perché Grindr è stato bloccato

L'ultima notizia riguarda però Grindr, l'app di dating usata dalla comunità LGBTQ+: l'app sarà bloccata all'interno del villaggio olimpico. Le motivazioni del blocco, che sarà realizzato attraverso la geolocalizzazione dell'app, non hanno nulla a che fare con rigurgiti omofobi. Al contrario, è una decisione presa proprio per tutelare gli atleti omosessuali a Parigi.

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Come spiega la stessa Grindr, l'obiettivo principale è tutelare la riservatezza dei partecipanti, impedendo spiacevoli outing da parte di malintenzionati che si posizionano nelle vicinanze del complesso olimpico per identificare (proprio tramite la geolocalizzazione) coloro che in quel momento stanno utilizzando l'applicazione di incontri. Una vera e propria «caccia all'atleta gay» era avvenuta con queste modalità alle olimpiadi di Rio del 2016. Il tema diventa poi assolutamente vitale per proteggere coloro che provengono da nazioni dove l'omosessualità è considerata un reato e può comportare rischi per sé stessi e per i propri cari.

 

Che cosa si può condividere sui social

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Partiamo da quello che si potrà postare: sì ad audio, video e immagini delle cerimonie di apertura e chiusura, del villaggio olimpico, delle sedi delle gare e del Champions Park (la zona del Trocadero dove poter incontrare gli atleti) da condividere sui propri account social o sui propri siti. I post dovranno rispettare i valori olimpici, non dovranno essere discriminatori, osceni e rispettosi della privacy degli altri soggetti. Audio e video dovranno avere la durata massima di due minuti e si possono postare fino a un'ora prima dell'inizio della competizione e dopo l'uscita dalla zona mista (dove si trovano i media) e dalla zona del controllo antidoping.

 

Che cosa non si può condividere

Non si potranno invece fare dirette e i post non dovranno superare i due minuti di durata. No alla condivisione di dettagli delle competizioni (inclusi inni nazionali, sorteggi e festeggiamenti sul campo) e delle cerimonie di premiazione. La netiquette prevede, inoltre, che siano proibite attività di marketing o post sponsorizzati, così come accordi commerciali con social o media. Gli atleti potranno solo ripostare le fasi salienti delle gare, se condivise dai profili ufficiali dei detentori dei diritti

 

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