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Uomini deboli, destini deboli. Non ce ne voglia Spalletti ma la sua massima ("Uomini forti, destini forti") è diventata un boomerang per inchiodare gli azzurri alla loro pippaggine. A parlare sono i fatti.
Dopo essere stati sbattuti per la seconda volta consecutiva fuori dai mondiali e aver cambiato ct, via Mancini dentro Luciano da Certaldo, arriva la disfatta agli Europei. Si mischiano le carte in panchina ma a non cambiare mai è la squadra che va in campo.
Capello l’ha definita “amorfa”. Per lo stesso Spalletti la Nazionale aveva “un ritmo troppo inferiore alla Svizzera. E anche nelle individualità c’era un passo differente”. Aldo Cazzullo è arrivato a scomodare Gianni Brera per sferzare i flaccidi azzurri senza gamba: “Puoi essere anche il Gesù Cristo del calcio sulla terra, ma se trovi un brocco disposto a correre più di te, non puoi giocare”.
E di Gesù Cristo del calcio, l’Italia non ne ha neanche mezzo. Gli anni dell’abbondanza di fantasisti (Roberto Baggio, Del Piero, Totti, Cassano, Pirlo) e bomber (Vieri, Inzaghi, Toni, Gilardino, Di Natale) li abbiamo alle spalle. Con Scamacca e Retegui abbiamo raschiato il fondo: se la giocano con Pellè e Zaza per la coppia di attaccanti più inconsistente che abbia mai vestito la maglia azzurra.
Una desertificazione del talento, una mortificazione della tradizione azzurra che in passato ha potuto contare su grandi leader difensivi (Maldini, Cannavaro, Materazzi, Barzagli, Bonucci e Chiellini) e su una guida sicura in mezzo al campo garantita da Pirlo, De Rossi, Thiago Motta e dal cambio di passo di Perrotta e Marchisio.
ITALIA SVIZZERA - SPALLETTI PRESO IN GIRO DA UN GIORNALISTA ELVETICO
Gli italiani, che come recentemente ha ricordato Dino Zoff sono arrivati a dare delle “pippe” anche ai ragazzi di Bearzot prima che diventassero gli eroi del Mundial ’82, cosa dovrebbero dire di questi ragazzotti senza qualità ma strapagati?
A parte Gianluigi Donnarumma, il Paperone della nostra Nazionale (12,7 milioni di euro lordi l’anno, dati Transfermarket) che però ha dimostrato sul campo di meritare tutti i soldi che guadagna, gli altri si sono rivelati sopravvalutati e con retribuzioni extralarge che non rispecchiano il loro effettivo valore.
A parte cantare l'inno, la loro unica virtù si è rivelata quella di abbindolare, grazie a procuratori e a una stampa sportiva corriva, presidenti e tifosi per garantirsi emolumenti da campionissimi.
Giovanni Di Lorenzo si mette in tasca 3 milioni di euro dal Napoli ma in Germania è stato la brutta copia del terzino colonna della squadra che con Spalletti vinse uno storico scudetto.
Barella arriverà a prendere 6,5 milioni di euro dall’Inter ma agli Europei ha rappresentato una delle più grandi delusioni al pari del suo compagno di reparto Davide Frattesi (3 milioni di euro, e comunque per ora meglio la sorella).
luciano spalletti svizzera italia
Per non parlare di Federico Dimarco (3,5 milioni di euro, 4 dal 2024/25), di quel pezzo di bollito di Jorginho (3,7 milioni di euro) o dei due centrocampisti della Roma, l'impalpabile Lorenzo Pellegrini (3,5 milioni di euro) e la betoniera Bryan Cristante (2,8 milioni di euro) che con le loro molli prestazioni in maglia azzurra spiegano anche perché la Roma da anni è abbonata al sesto posto.
Enrico Mentana tumula la Nazionale di Spalletti: “Nella mia vita non ho mai visto un'Italia cosi brutta, modesta, impaurita. Nessuno sembra sapere cosa fare in campo. E senza Donnarumma sarebbe finita ancora peggio, e ancora prima".
nazionale di lorenzo pellegrini retegui cantano l'inno fratelli d'italia
Gli alibi per questa generazione di azzurri sono finiti. E ai presidenti di club rivolgiamo l’invito a non cedere più alle esose richieste dei procuratori di questi azzurri strapagati e mediocri e di favorire l’ingresso in prima squadra di giovani ragazzi italiani affamati e con voglia di correre. Tanto peggio delle "pippe" che ci hanno disonorato in Germania è difficile fare…
gianluca scamacca gianluca scamacca e la sorella giulia proietti spalletti di lorenzo chiara frattesi 5 davide frattesi e la sorella chiara
spalletti di lorenzo pellegrini barella
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