Estratto dall’articolo di Giuliano Balestreri per https://it.businessinsider.com/serie-a-con-lacqua-alla-gola-il-jolly-di-infront-sono-gli-spagnoli-del-fifagate-fbi-permettendo/
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Bogarelli, come dimostrano le indagini della Procura di Milano, ha sempre cercato di tutelare Mediaset ai danni di Sky e dell’intero campionato, ma tre anni fa il Biscione per la Serie A si trovò a offrire 375 milioni di euro: nella busta presentata lunedì scorso ha scritto 200 milioni e in trattativa privata non ha intenzione di spendere più di 250 milioni di euro. Sky, nonostante la quasi certezza di un’asta non pilotata ha messo sul piatto la stessa cifra del 2014: 575 milioni di euro. Tim, come l’inglese Perform, ha presentato un’offerta simbolica. Giusto per tastare il terreno.
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Infront – che deve garantire almeno un miliardo di euro l’anno alla Lega – ha qualche giorno di tempo per convincere Sky e Mediaset a tirare fuori altri 200 milioni di euro, ma si trova con le armi spuntate. L’asso nella manica di De Siervo – che punta alla poltrona di amministratore delegato della Lega – rischia di essere poco più di una suggestione. L’ipotesi di vendere tutto il campionato da MediaPro, lasciando che siano poi gli spagnoli ad assumersi il rischio di non vendere i pacchetti con il giusto margine, pare piuttosto fumosa (oltre ad essere una dimostrazione di debolezza da parte di Infront).
Anche perché sui media iberici rimbalza la notizia che MediaPro (controlla da Imagina) sia passata sotto il controllo del fondo cinese Orient Ontai China che per 900 milioni di euro ha rilevato il 53,5% del capitale. Al vertice della società dovrebbe rimanere Jaume Roures, già azionista del Girona controllato dal fratello di Pep Guardiola. Roures, tra l’altro, è molto vicino a Javier Tebas, il numero uno della Liga che qualcuno vorrebbe a guidare la Lega Calcio. Se in Spagna la cessione del controllo dei diritti tv in Asia rappresenta una prospettiva interessante per massimizzare i ricavi del campionato all’estero, in Italia sembra una strategia complessa anche perché i diritti esteri sono già stati assegnati per 370 milioni di euro a Img.
E poi c’è tutto il poco trasparente recente passato di MediaPro a sollevare più di un dubbio su chi possa aggiudicarsi il calcio italiano passato. Ad aprile dello scorso anno, l’Antitrust spagnola ha avviato un’indagine sulle presunte pratiche anticoncorrenziali nei confronti della tv online. Pochi mesi dopo, poi, Alejandro Burzaco, ex direttore della società di marketing “Torneo y competencias”, e teste chiave del Fifagate ha rivelato un complicato sistema di corruzione nell’acquisto di diritti che ha coinvolto alcuni dirigenti – poi sospesi – del gruppo spagnolo.
Secondo le accuse, le tangenti sarebbero partite da una società controllata da MediaPro per arrivare, attraverso alcuni paradisi fiscali, ai vertici delle Federazioni caraibiche. In questo modo sarebbero state pilotate le assegnazioni dei mondiali in Qatar (ad alimentare i sospetti c’è anche il rapporto tra MediaPro e la qatariota BeIn Sport). Gli investigatori dell’Fbi sono convinti che la società spagnola sia tra i principali protagonisti del Fifagate che ha causato le dimissioni di Sepp Blatter.
Gli emiri del Qatar ricevono la Coppa del Mondo da Blatter