QUI LO DICO E QUI LO NAGELSMANN - LA CONFESSIONE DEL CT TEDESCO: "MIO PADRE ERA UN AGENTE SEGRETO. SI SUICIDÒ. NON HA LASCIATO UN BIGLIETTO D'ADDIO. DICEVA SPESSO CHE QUELLA PROFESSIONE ERA TROPPO, E ALLA FINE GLI È PESATO..." – DOPO LA MORTE DI MIO PADRE È STATO UN PERIODO DI MERDA PER LA MIA FAMIGLIA, MA ALMENO MI HA AIUTATO A SAPERE CHE…”

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Estratti da corrieredellosport.it

 

julian nagelsmann LENA WURZENBERGER julian nagelsmann LENA WURZENBERGER

Julian Nagelsmann per un attimo è uscito dal calcio. L'attuale allenatore della nazionale tedesca ha deciso di parlare della sua famiglia, in particolare di suo padre. Ha rivelato alcuni dettagli del suo lavoro, l'agente segreto, che erano stati oscuri persino a lui fino a quando aveva 15 anni.

 

 

Queste le sue parole in un'intervista al giornale tedesco "Der Spiegel": "Non mi è permesso dire quale ruolo abbia avuto mio padre, e non so con certezza cosa abbia fatto, ma so che la sua non era una mansione amministrativa. Sapevo poco su dove lavorasse realmente, me lo ha detto quando avevo circa 15 anni. Parlavamo in auto quando mi accompagnava agli allenamenti, ma non gli era permesso parlare molto del suo lavoro. Diceva spesso che era troppo per lui, nella sua professione non potevi condividere le tue preoccupazioni, e alla fine gli è pesato troppo".

matarazzo nagelsmann matarazzo nagelsmann

 

 

L'allenatore ha continuato: "Quando la gente mi chiedeva cosa facesse mio padre rispondevo che era un soldato, anche mio nonno credeva che suo figlio fosse nell'esercito. La notizia della sua morte? Stavo frequentando un corso per allenatori vicino Monaco quando il tutor mi ha chiesto di lasciare la stanza. È arrivato il mio patrigno che mi ha detto che mio padre si era suicidato. Non ha lasciato un biglietto d'addio, ma il modo in cui si è tolto la vita ha chiarito che la sua decisione è stata ferma.

 

JULIAN NAGELSMANN JULIAN NAGELSMANN

È stato un periodo di m***a per la mia famiglia, ma almeno mi ha aiutato a sapere che voleva davvero morire e il suo non era soltanto un grido di aiuto. Dovevo rispettare la sua decisione. E' cambiato molto verso la fine della sua vita, abbiamo notato le pressioni professionali su di lui".

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