Gian Carlo Caselli per corriere.it
Scrivere una lettera a Belotti dopo quella di Culicchia è un po’ come pretendere di fronteggiare un lupo ( buono...) con la leggerezza della casa di paglia del primo dei tre porcellini della favola. E tuttavia voglio provarci anch’io, tifoso granata passionale, a volte da “daspo”, quindi incapace di ... tacere.
Dunque, caro Gallo: grazie innanzitutto (qui mi metto in scia a Culicchia) per esserti caricato sulle spalle il Toro in anni in cui non era una squadra. Grazie per la generosità inimitabile, fino al sacrificio, che hai sempre dimostrato, non tirandoti mai indietro in nessuna zona del campo.
Grazie perché si deve proprio a te se ci sono ancora tanti giovani coraggiosi che tifano Toro a Torino (surreale ma vero, che proprio a Torino ci voglia coraggio per essere del Toro...).
Grazie, passando al personale, per la gioia regalata a mio nipote Leo, sei anni, esplosa nell’urlo “Gallo! Gallo! 101 !” al tuo splendido gol nel derby. Grazie di tutto. Se non fosse una frase logora e deteriorata da un uso improprio, ti direi persino “grazie di esistere”.
Ma poi - caro Gallo - dobbiamo parlare di quel cruccio che da tempo tormenta noi tifosi: lasci o rimani? Molti sono convinti che cambierai squadra. Io spero ancora di no, perché in fondo sono un ottimista.
In ogni caso, confermo quel che avevo detto a “Toro News” prima del derby : “comunque finisca, (Belotti) non riuscirà a cancellare il nostro affetto”. Affetto che ti dobbiamo, caro Gallo, perché - oltre che un grande giocatore ( lo dimostra il numero record dei falli subiti, perché spesso gli avversari non sanno come fermarti) - sei un grande uomo. E lo si vede da come ti stai battendo in campo dopo gli infortuni, con la determinazione e l’impegno che hai promesso al mister fino alla fine del campionato, senza lasciarti distrarre da altro che non sia il Toro.
Ma è proprio per queste tue qualità che ci dispiacerebbe da matti perderti! In un mondo calcistico ormai dominato da affaristi che le bandiere le usano per asciugarsi dopo la doccia, va da sé che i profili economici hanno un peso. Persino Freud - racconta lui stesso – si lasciò convincere dal suo maestro a rinunziare alla carriera puramente scientifica per passare alla medicina in considerazione della sua pessima condizione economica. Ma la tua, caro Gallo, non è affatto pessima, anzi è buona e sembra che il Presidente Cairo ti abbia proposto un consistente miglioramento (e scusa la mia inurbana arroganza di voler mettere il naso nelle tue tasche......).
Piuttosto, valuta se sia davvero il caso di barattare una parte della propria felicità per un aumento di sicurezza economica. Ecco , al Toro tu hai dato tutto e di più. Ma per i tifosi del Toro rappresenti un “unicum” inarrivabile. Di qui una felicità che in nessun altro club potrà mai ripetersi uguale. Tanto più che con Juric è partito - per il nostro Toro - un progetto che sembra fatto apposta per attrarti.
Tornando a Freud, egli sostiene che “un inganno narcisistico ha fatto credere [all’uomo] di essere al centro dell’universo... e padrone dell’orizzonte dispiegato dalla sua coscienza e dal suo procedere razionale”. Sicuramente tu sai come fronteggiare questo “inganno”, ma - ricorda Culicchia - “altri ci hanno lasciato prima di te , approdando magari in società più ricche, ma non sempre hanno trovato quello che cercavano”.
Comunque sia, caro Gallo, auguri per tutto, proprio tutto quel che ti sta a cuore (senza dimenticare, se puoi, quel che sta a cuore ai tifosi del Toro).