Gianni Mura per la Repubblica
Sarà che sul campionato non c' è più molto da dire, sarà che quel che accade in diretta tv diventa virale, eccoci allo scambio di scortesie tra Daniele Adani e Massimiliano Allegri, in rigoroso ordine alfabetico. La domanda ricorrente è: per chi tifi? La risposta è: per nessuno dei due.
Però mi divertono molto questi ispidi siparietti tra addetti ai lavori e talvolta ai livori. Per quanti anni e io e tanti colleghi ci siamo sentiti dire: hai fatto Coverciano? Hai giocato in A o in B o in C? E allora cosa credi di capire? Lascia parlare chi è arrivato a certi livelli. I duellanti di sabato sera a certi livelli ci sono arrivati. Allegri è stato giocatore ed è allenatore. Adani, giocatore e commentatore (non giornalista, per favore). Il gioco della Juve non gli piace.
Padronissimo, non piace nemmeno a molti tifosi della Juve. Divertente l' inizio della schermaglia. Accusato da Allegri di leggere troppi libri, Adani insorge negando con veemenza, manca solo che si professi innocente e analfabeta e sarebbe del tutto al passo coi tempi.
Allegri è livornese, non sopporta l' idea che gli camminino sui piedi. E poi è convinto di una cosa: il calcio è molto semplice, è anche il titolo della sua biografia (un libro in più). Tutti quelli che lo complicano non sono amici suoi. Adani è complicato nel porre le domande, oltre che prolisso e discretamente pieno di sé. Per continuare a fare l' opinionista di Sky ha declinato l' offerta per fare da secondo a Mancini. Tanto meglio per gli azzurri. Vive il ruolo intensamente, sa essere ruvido anziché dispensare elogi, come molti suoi colleghi. Più diplomatici, forse. Certamente più umili. Il difetto di Adani è che ricorda terribilmente il primo della classe che non fa copiare. Comincia lui a deragliare verso il brusco , giudicando non serie e non sensate le parole di Allegri, che inizia ad accendersi.
Poi tutti si parlano sopra, Allegri prende su e se ne va, non senza aver ricordato alla platea quanti scudetti ha vinto. Nel battibecco (adesso stai zitto, no stai zitto lo dici a tuo fratello: ma che gusto) si apprezza la spontaneità. E basta. Allegri dovrebbe imparare a gestire meglio il malumore, magari ricorrendo all' ironia, alla battuta. Lo pagano anche per questo, oso sperare. Le scene da primattore offeso, nello sport, non giovano a nessuno. E se è necessario aver vinto più scudetti di Allegri per poterlo criticare, può farlo solo Trapattoni. Su una cosa però ha ragione lui: il calcio è molto semplice. Provi a convincere non solo Adani ma anche tutti gli allenatori che insistono a parlare come Einstein non s' è mai sognato di fare.
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