Estratto dell'articolo di Daniele Dallera per il "Corriere della Sera"
Lunedì sarà a San Siro a vedere il derby?
«Non credo, poi è Milan-Inter…, no no, sto a casa. Scusi ma l’intervista esce prima del derby?».
La scaramanzia, Massimo Moratti la supera in dribbling, con intelligenza e col piacere di parlare dell’Inter: «Il bel gioco è la sua caratteristica principale. Piacevolissima da vedere, a volte mi ricorda l’Inter di Herrera: io consideravo meraviglioso per certi versi il gioco tutto verticale di Herrera, ma questa Inter con un sistema sicuramente diverso, se vogliamo moderno, lo esprime al meglio».
Se l’aspettava così forte?
«Dopo la finale di Champions era chiaro che fossi più convinto che si potesse arrivare a un traguardo prestigioso, come la seconda stella, ma forse per scaramanzia o prudenza non volevo essere così sicuro. Ma fin dalle prime partite si è compresa la vera dimensione dell’Inter».
Chi mette sul suo podio nerazzurro?
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«Barella ha avuto una crescita fantastica nel controllo del gioco e dei tempi. Coraggioso e generoso, non lo vedi mai al risparmio. Dimarco rappresenta la volontà, il senso di appartenenza, un valore che ha trasmesso ai tifosi. Lautaro è la classe, il senso del gol, il dribbling, un attaccante di grandissima qualità».
[…] Come considera Inzaghi?
«È un grande lavoratore, ha poi una qualità importante: non si accontenta mai, è pignolo nel ricercare la migliore soluzione per la squadra. Mi ha sorpreso la sua dote nel valorizzare il gruppo e nel dare sempre le giuste motivazioni».
Come spiega la netta supremazia dell’Inter?
«C’è una notevole superiorità rispetto alle altre squadre, così com’è successo la stagione passata con il Napoli: le squadre avversarie hanno sicuramente avuto dei problemi, non sono state all’altezza dell’Inter che, tranne il regalo di due anni fa, i suoi punti li ha conquistati con grande merito».
Lo scudetto del Milan è stato quindi «un regalo dell’Inter»?
«Ne sono convinto».
E vincerlo eventualmente lunedì contro il Milan, nel derby, le regala un piacere particolare?
«La seconda stella basta che arrivi, non mi farei un complesso di doverla conquistare proprio nel derby. Altra cosa è la sfida col Milan, vincerla è importante, perché non è una partita come le altre».
[…] Steven Zhang, il presidente, sta vivendo momenti delicati, dagli sviluppi più diversi. Qual è il suo auspicio?
«Zhang ha avuto ottimi risultati, ha tenuto la squadra su un livello di notevole prestigio anche a livello internazionale, per un tifoso sarebbe assurdo criticarlo. Il futuro? Bisognerebbe essere informati, cosa che io non sono».
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Quest’anno lei ha deciso e avviato il passaggio azionario della Saras: è una situazione diversa rispetto all’Inter?
«Decisamente diversa: la Saras è la produzione che ha consentito poi il piacere di avere l’Inter».
[…] Un nome, Mourinho: è finita male con la Roma.
«Mi spiace tantissimo, immagino che ne soffra, ma le sue capacità le conosco e restano. Credo che a Roma, nonostante De Rossi stia facendo un grande lavoro, siano rimasti legati a Mourinho».
[…] Uno spunto tattico: le piace questa famosa costruzione dal basso?
«Non la capisco, espone a dei rischi per me inaccettabili». […]
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