Ivan Zazzaroni per corrieredellosport.it
Posso già anticipare come sarà la prossima stagione del calcio. Ipertrofica e massacrante. Lo faccio con cognizione di causa perché sono tifoso della Virtus che si sta sfiancando da mesi tra campionato e Eurolega. I ragazzi di Banchi - lo stesso vale per quelli di Ettore Messina, Olimpia - giocano tre partite a settimana saltando da Istanbul a Scafati, da Kaunas a Brindisi, da Villeurbanne a Treviso: prendono aerei, vincono o perdono, dormono fuori oppure rientrano all’alba.
Quando e dove si allenano? Quando e dove preparano la partita successiva? In volo o mai. L’aspetto sconcertante è quello delle prestazioni: è vero che l’aumento dei ricavi garantiti dalla partecipazione alla SuperChampions del basket consente al club di arruolare più giocatori, ma lo è altrettanto che la tenuta mentale e fisica degli stessi subisce alterazioni impressionanti.
Succede così che la Virtus possa vincere a Belgrado, ma perdere tre giorni dopo a Sassari, giocare alla grande il martedì sera a Madrid e fare schifo – che so – il sabato a Reggio Emilia. Non sono tanto le classifiche a risultare compromesse, quanto lo spettacolo e lo sport. Non mancano naturalmente gli infortuni muscolari o traumatici che nel basket sono di un numero inferiore rispetto a quelli del calcio, e insomma non va bene niente.
Pensate, la sola stagione regolare dei due tornei - campionato e coppa - prevede 64 partite. E se una squadra ha la fortuna, o la capacità, oppure a questo punto la disgrazia, di superare la prima fase può arrivare serenamente a 80. Perché poi intervengono le coppe nazionali. Trascuro volutamente gli impegni delle nazionali per i giocatori selezionabili per non rischiare di sfiorare quota 100.
E vogliamo parlare dello sforzo economico richiesto all’appassionato? Più partite, più biglietti, più soldi da scucire. E alle piattaforme pay? Più offerta, meno appeal.
Ieri Maurizio Scanavino ha presentato il piano triennale della Juve: tre anni entro i quali la società intende aggiustare i conti e tornare a essere vincente. Questo significa che già dalla prima delle tre stagioni, la prossima, la Juve dovrà investire parecchio per tentare di migliorare la competitività accelerando il processo di crescita. (Da quelle parti l’azionista i soldi li mette sempre).
Il discorso è applicabile anche a Inter, Milan e a chi riuscirà a partecipare alle coppe europee. Per non farsi mancare nulla, Inter e Juve avranno anche l’appendice estiva del Mondiale per club con la più che probabile sovrapposizione dei calendari.
Dalle mie parti a chi pretende troppo dal prossimo si dice “vuoi anche il sangue?”. Ecco, ho l’impressione che le bulimiche Fifa e Uefa si siano messe d’accordo per moltiplicare le trasfusioni. Di soldi, ma sulla pelle di chi gioca, e dal portafogli del tifoso.
PS. Quando parlo di lavoro settimanale che viene a mancare penso soprattutto ai “giochisti”, i quali puntano tutto sull’addestramento. Non è casuale che siano quelli che, al di là dei limiti oggettivi dell’organico, soffrono di più.