Estratto dell’articolo di Marco Bonarrigo per il “Corriere della Sera”
Il match, la finale, l’evento più atteso dei Giochi, secondo solo (forse) ai 100 metri di Noah Lyles del 4 agosto scorso, è in programma stasera al Philippe Chatrier, il centrale del Roland Garros. Alle 22 e 51 Imane Khelif sfiderà la forte cinese Yan Liu per l’oro olimpico del pugilato della categoria 66 chili. Tutto esaurito nel tempio del tennis, attesa frenetica nelle case e nelle strade di Algeri dove Imane è eroina nazionale.
Ad accendere il clima già tesissimo attorno a lei ci ha pensato ieri il medico dell’ex (nel senso di radiata dal Cio per gravi violazioni etiche e finanziarie) International Boxing Federation (Iba), il ginecologo greco Ioannis Filippatos che ha ripetuto per l’ennesima volta la tesi federale:
«Imane è un uomo, noi dell’Iba l’abbiamo scoperto tramite dei test genetici chiesti anche dalla federazione italiana. Basterebbe una banale ecografia della zona genitale per capirlo. Facendola gareggiare tra le donne a Parigi, il Cio prende una cantonata e commette un’ingiustizia».
Il discorso di Filippatos contiene due gravi mistificazioni, una regolamentare e una etica. Partiamo dalle regole e dalla narrativa sulla scoperta dell’identità sessuale dell’algerina e dell’atleta di Taipei Lin Yu Ting espulse in coppia dai Mondiali 2023 dove stavano per conquistare due medaglie. Nel documento di sette righe che il 24 marzo 2023 l’Iba recapitò a Khalif a Nuova Delhi il provvedimento venne motivato con l’articolo 4.2.1 del Regolamento Tecnico Iba.
Imane Khelif - emmanuel macron
Una norma dettagliata sull’identità sessuale come quelle di atletica o nuoto? No, un codicillo che sancisce «il potere assoluto dell’Iba di escludere o meno un atleta dalle gare». [...]
Nel merito, Filippatos poi ha portato il discorso su un argomento delicato, quello delle atlete con differenze dello sviluppo sessuale (Dsd), completamente fuori strada. Sono passati 24 anni da quando il Cio e le federazioni sportive hanno abbandonato o vietato i test genetici sulla determinazione del sesso per motivi etici ma soprattutto perché considerati ininfluenti per valutare i presunti vantaggi in ambito sportivo.
In ritardo di un quarto di secolo, i russi della boxe hanno utilizzato un metodo nato (e subito morto) per scoprire le atlete che baravano della Germania dell’Est e dell’ex Unione Sovietica. La determinazione cromosomica del sesso non corrisponde infatti al sesso fenotipico, quello che può provocare un vantaggio sportivo con un’iperproduzione di testosterone. [...]
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