"IL MONDO DEL CRICKET E' ISTITUZIONALMENTE RAZZISTA" - AZEEM RAFIQ, EX GIOCATORE DI CRICKET, HA DENUNCIATO LE DISCRIMINAZIONI PRESENTI NEL SUO SPORT - I COMPAGNI LO CHIAMAVANO SPREGIATIVAMENTE “PAKI” (USATO PER INDICARE LE MINORANZE ASIATICHE IN INGHILTERRA) - IL “TRATTAMENTO DISUMANO” RICEVUTO DAI DIRIGENTI DELLA SQUADRA, CHE NON SI È FERMATO NEANCHE DOPO LA MORTE DEL FIGLIO…

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Paola De Carolis per il "Corriere della Sera"

 

Il volto subdolo del razzismo è comparso ieri di fronte alla Commissione parlamentare per la cultura, i media e lo sport, rilanciando in Gran Bretagna un dibattito sulla discriminazione e gli abusi verso le minoranze. Partendo dal mondo del cricket ha toccato varie sfere della vita pubblica. 

 

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Interrompendo spesso la sua testimonianza per sopprimere le lacrime, Azeem Rafiq, 30 anni, ex giocatore dello Yorkshire County Cricket Club, ha dipinto un ambiente in cui è normale per un pachistano essere targato «paki» - un termine oggi inaccettabile al punto che i giornali inglesi preferiscono scrivere «p-word» - ed essere sottoposto a provocazioni a fiume: «Se vedevamo un uomo con la barba mi dicevano, guarda, tuo padre, se passavamo davanti a un corner shop mi chiedevano se i miei zii ci lavoravano dentro». 

 

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Un trattamento «disumano» non solo dai compagni, ma anche dai dirigenti della squadra, che è continuato persino quando Rafiq ha subito la morte del figlio. È l'intero mondo del cricket - ha precisato il giocatore ai deputati, visibilmente scossi - a essere «istituzionalmente razzista», se un campione della nazionale come Gary Ballance può permettersi di chiamare tutti i colleghi neri o asiatici «Kevin» e dare al suo cane lo stesso nome per il pelo nero.

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 Un ambiente dove tutti vedono e nessuno dice nulla, anche quando un ragazzo musulmano di 15 anni viene immobilizzato per terra e costretto a bere vino. Non è una sorpresa, allora, che nel cricket i giocatori britannici di origine asiatica siano diminuiti del 40%, ha precisato Rafiq. «Da genitore mi chiedo: chi farebbe giocare i figli in un ambiente così?». 

 

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In un Paese dove c'è una crescente sensibilità sul trattamento delle minoranze, le frasi del giocatore hanno portato diversi personaggi a lamentare che le sue esperienze rimangono ancora troppo comuni. «Non credo che in Gran Bretagna ci sia una sola persona di colore che non ha provato le sue stesse sensazioni», ha sottolineato sui social Krishnan Guru-Murthy, giornalista di punta di Channel 4. 

 

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Per Charlene White, presentatrice di Itv, le parole di Rafiq riflettono «l'esperienza quotidiana delle minoranze etniche in tutto il Paese», mentre dal premier Boris Johnson al sindaco di Londra Sadiq Khan, diversi politici hanno lodato il giocatore per aver trovato la forza di parlare .

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