Marco Gasperetti per il “Corriere della Sera”
Sudato fradicio ma ancora pimpante dopo un allenamento vecchio stile con partitella, di quelli senza un attimo di respiro e con la voglia di mangiare l'avversario, Francesco annuncia la sua rinascita. «Sono tornato un bimbo, debutto il 13 febbraio se il mister me lo concederà», dice con un sorriso per poi tracannare l'ultimo sorso di acqua da una borraccia. Che non è stata riempita alla fonte della giovinezza, ma a vederlo così entusiasta Francesco Flachi, 47 anni, ex bomber di Sampdoria, Fiorentina, Bari, Empoli con una convocazione nella nazionale di Lippi nel 2004, sembra davvero un ragazzino.
«I dodici anni di squalifica mi hanno fatto bene al corpo e allo spirito», scherza, ma non più di tanto, il calciatore fiorentino di nascita e dal cuore diviso tra viola e blucerchiati. Già, perché dopo qualche peccato e conseguenti provvedimenti disciplinari per il calcioscommesse e per un paio di positività all'anti doping, Flachi è stato trovato positivo alla cocaina e squalificato, per recidiva, sino al 2022.
«Pena che ho appena scontata per intero, senza drammi e vittimismi - conferma Francesco -. Tutta colpa mia, mi sono complicato la vita, ho buttato alle ortiche una bella carriera ma non ho mai smesso di combattere. Troppi 12 anni di squalifica? Chi sbaglia deve pagare. E adesso torno in campo con una voglia immensa di sfondare la rete». Il debutto della nuova vita calcistica è previsto per domenica 13 febbraio alla ripresa del campionato di Eccellenza. La squadra è il Signa che affronterà il Prato 2000. A vederlo, salvo impegni calcistici, ci sarà anche il figlio Tommaso, 15 anni, promessa della Fiorentina.
«Un bel match, se entro voglio fare gol - spiega Flachi -. Mi sento bene, corro e mi diverto. Non vedo l'ora di scendere in campo». Forse a vederlo ci sarà anche qualche tifoso di Fiorentina e Samp. Il passato è alle spalle? «Mai dimenticare - risponde -. Il dolore ti aiuta a cambiare, a crescere. I primi anni di squalifica sono stati tremendi. Ti mancano gli stadi, l'agonismo, i tifosi. Qualcuno mi trattava da drogato. Ho sbagliato un paio di volte ma non sono mai stato un tossicodipendente. Non gli ho dato ascolto, avevo ancora le spalle larghe anche se non è facile perdersi quando hai assaporato il sapore del successo e poi ti ritrovi a terra. Però, grazie anche agli amici, sono stato bravo. Mi sono ricostruito, ho scritto un nuovo capitolo della mia vita».
Raccontiamolo il Flachi 2, professione imprenditore che apre due paninoteche a Firenze ma il calcio non lo dimentica mai. «Uno dei locali era aperto di giorno, l'altro di sera - ricorda - e c'era da faticare. Nella mia vita non avrei mai pensato di fare il paninaro e invece mi sono anche divertito. Poi arrivavano i tifosi, mi sostenevano, mi davano forza. Ma il calcio ce l'avevo ancora in testa. Facevo l'opinionista in una radio locale e continuavo ad allenarmi per prepararmi al nuovo debutto. Ho superato momenti bui. Quegli anni m'hanno insegnato a non buttarmi via, a risorgere. Grazie anche ai miei figli Tommaso e Benedetta che oggi ha 20 anni».
E il futuro? «A giugno inizierò il corso per diventare allenatore - risponde Francesco - ma mi sento ancora un calciatore e dunque mi metto sul mercato. Ho tanta voglia, fiato e un bel piede da poter sfondare le reti».
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