Estratto dell'articolo di Francesco Velluzzi per la Gazzetta dello Sport
Ha imparato a conviverci. E ogni domenica in campo, dopo aver fatto la sua regolare dose di insulina, lotta come un leone, «a recuperar palloni», come cantava il Liga. […] Jesper Karlstrom […] Mediano dell’Udinese, […]a 16 anni ha scoperto di soffrire di una forma di diabete di tipo 1. E, dopo averne parlato nel suo paese, nei giorni scorsi ha raccontato qui la cruda verità in modo sincero, diretto, chiaro. […]
[…] In 300 mila, perlopiù giovani, e i casi di altri campioni invitano, ovviamente, alla riflessione. Dal collega calciatore spagnolo Borja Mayoral al famoso tennista tedesco Alexander Zverev fino al team ciclistico della Novo-Nordisk, composto interamente da corridori che hanno il diabete di tipo 1. […]
La confessione Karlstrom ha parlato col cuore in mano. «È una malattia cronica, diagnosticata quando avevo 16 anni, e quindi devi prenderla seriamente e stare attento, ma il mio messaggio è che vivo la mia vita come i miei amici e vivo il calcio come tutti gli altri, lavorando duramente. Fare sport aiuta sicuramente. Ormai sono abituato, ma è qualcosa a cui devi pensare in qualsiasi momento della giornata. Faccio iniezioni prima di mangiare, devo pensare a tante cose: cosa mangio, che tipo di allenamento fare. Ci penso sempre, ma ormai sono abituato e non ricordo com’era prima».
Il mediano bianconero vuole rivolgersi proprio ai più giovani: «Devo solo cercare di fare il massimo, forse posso anche essere un modello per molti bambini col diabete: ho parlato tanto di questo, da quando l’ho scoperto è un tema che ho affrontato diverse volte. Voglio mostrare, soprattutto ai bambini che pensano possa impedirgli di fare qualcosa, che sono in Serie A».
Il centrocampista gioca con un sensore al braccio per vedere il flusso sanguigno. […] Chiaro, non sono stati pochi i momenti di tristezza per lo svedese. «Soprattutto momenti di rabbia. Faccio il mio massimo, ma a volte il livello di zucchero nel sangue non va comunque bene e mi devo svegliare di notte, devo bere o mangiare qualcosa per mettere le cose a posto. A volte mi arrabbio ancora perché la gente vede solo che faccio le iniezioni e pensa che si tratti solo di questo. Ma c’è molto altro». C’è una vita da monitorare continuamente, ora dopo ora. Perché con il diabete di tipo 1 si convive, ma non troppo serenamente: il controllo deve essere costante. […]
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