Estratto dell'articolo di Giulia Zonca per "La Stampa"
Ancora «sotto shock» per l'argento olimpico nei 10.000 metri, Nadia Battocletti domani ne corre altri 1.500, al Golden Gala di Roma. Si aggiungono agli ulteriori 5.000 di Parigi chiusi con un quarto posto dopo un bronzo dato e tolto, nel giro di due ore, dentro un'infinità di chilometri percorsi per raggiungere l'Africa: il continente che dà il ritmo delle lunghe distanze ed è anche un pezzo di cuore e di casa.
Prima di questi Giochi un podio in mezzo a Kenya ed Etiopia pareva impossibile. Come ci è salita?
«Faccio fatica a capirlo però so di aver raggiunto un nuovo livello, quello in cui sei pronta a qualsiasi attacco. Tanto determinata che non ho ancora gioito sul serio. Come se dopo tanta rincorsa mi fossi detta: tutto qui? ».
nadia battocletti parigi 2024.
[…] La sua personale quota di Africa, ereditata dalla mamma ha aiutato?
«Molto di più il fatto di venire da una famiglia di atleti, diversi da loro, con tradizioni, anche di corsa, distanti. Papà, che mi allena, faceva cross, mia madre ex mezzofondista in Marocco.
Due campane. Papà è la guida, ma l'ultima parola pre gara è della mamma, il consiglio senza il quale non parti. Sono mammona, però per me lei è il Trentino, dove viviamo noi due. Io e lei. Mentre l'Africa è tanta gente sotto lo stesso tetto, la famiglia allargata e rumorosa a Taourirt, al confine con l'Algeria[…]».
Musulmana in Italia. Mai avuto problemi su questo fronte?
«No, è la mia religione, la vivo con naturalezza e poi è una necessità. Come il ramadan, che si concilia pure con l'atletica: è un periodo di purificazione che fa bene a corpo e anima. Sono cresciuta musulmana: mio padre si è convertito per sposarsi. Quando i miei genitori si sono separati lui ha perso un po' la pratica, ma mai si è sognato di mettere in dubbio la mia».
Lei al tema matrimonio e conversioni ci pensa?
«In astratto. Mettere su famiglia e di certo una prospettiva, solo che non so ancora se il mio fidanzato si dovrebbe per forza convertire, se lo dovrei fare io… Non ci ho guardato. Non voglio dire che è presto anche se ho 24 anni. Non metto scadenze fisse, dico solo che nel mezzofondo il meglio si raggiunge più avanti. […]».
Non lo ha fatto quando ha visto, a pochi metri da lei, Tom Cruise con la bandiera?
«Ballonzolavamo nel campo, tranquilli e in un attimo: "Mission Impossible", lui, la moto, le urla... troppo cinema per pensarmi in pista. L'ho fatto quando sono rientrata e il mio fidanzato mi ha detto che al parco le ragazzine correvano facendo finta di essere me».
[…] Nell'ultimo, argento agli Europei, ha ballato nel fango.
«Bella foto, a volte fa proprio bene vedersi felici».
Che foto si porta a casa di Giochi?
«Il mio nome sul tabellone. Ma quello al quarto posto, perché ha sbloccato una dimensione in cui prima non mi sentivo ammessa.
Estate 2023. Mondiali di Budapest, lei fa una super batteria nei 5.000 e in finale arriva ultima. È vero che i fallimenti insegnano il successo?
«Lì mi sono ripromessa di non ritrovarmi mai più a soffrire così. Avrei lavorato più sodo».
Per questo è stata tanto lucida dopo il bronzo temporaneo ai Giochi?
«Non l'ho considerato per proteggermi. Sentivo dire "sei terza", mi ripetevo "calma". Quell'aspettativa me lo sono ritrovato nelle gambe nei 10.000, insieme all'esperienza che ti fa furba». […]
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