NOW - Angela Carini (blue) abandons her fight against Imane Khelif, who failed a gender test, at the Olympics. The "fight" lasted less than a minute.pic.twitter.com/MFyow0yokz
— Disclose.tv (@disclosetv) August 1, 2024
1. GIOVANNA MOTTA L'ENDOCRINOLOGA DELLE MOLINETTE: "LA POLEMICA POLITICA? NON AVEVO DUBBI" "NON C'È GRANDE DIFFERENZA NELLE GARE LA SCIENZA E LO SPORT STABILISCANO UN LIMITE"
Estratto dell'articolo di Stefano Mancini per “la Stampa”
«Prima che una questione di genere c'è un problema di regole: se una competizione esclude un'atleta e un'altra la ammette, bisogna mettersi d'accordo». Giovanna Motta, endocrinologa all'Ospedale Molinette di Torino, commenta così il caso di Imane Khelif, la pugile algerina che oggi combatterà contro l'azzurra Angela Carini.
Quando si parla di alti livelli di testosterone in un corpo di donna il terreno, anzi, il ring, si fa scivoloso: come se ne esce? […] Imane è sempre stata donna e ha presentato al Comitato olimpico i suoi documenti anagrafici, oltre alla cartella medica.
«Allora siamo di fronte a una persona intersex: una donna con livelli alti di ormoni maschili. Al fine della competizione sportiva non c'è una grossa differenza: servono criteri omogenei che stabiliscano un limite al livello di testosterone».
IMANE KHELIF Brianda Tamara Cruz Sandoval
Qual è il vantaggio di un eccesso di ormoni maschili?
«Innanzitutto il potenziamento della muscolatura. I livelli ammessi per una donna non devono essere superati, altrimenti la competizione non è più corretta. La polemica scatta nel momento in cui le regole cambiano all'improvviso da una competizione importante come i campionati mondiali, ai Giochi olimpici, che sono l'evento sportivo più simbolico».
[…] La scienza che cosa può fare?
«Stabilire un cut off, un valore limite che renda corretta una gara. Ma non è facile e in certi casi neppure sufficiente».
Parla della tendenza umana a sfruttare le norme fino a infrangerle?
«Qualcosa del genere: stabilire un limite ai livelli di testosterone non rivela quando né per quanto tempo il limite è stato superato. Mi spiego: se per una cura o per cause naturali il testosterone di una donna sarà su livelli maschili fino ai 17 anni, lo sviluppo fisico avverrà di conseguenza. Situazione opposta se l'eccesso di testosterone termina a 12 anni».
Una donna corre dei rischi per la propria incolumità se viene presa a pugni da una intersessuale?
«No. E poi non credo che la boxe sia uno sport così violento». […]
2. TUTTI SUL RING LE BUGIE POLITICHE SUL TESTOSTERONE DI IMANE KHELIF
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Si chiama Imane, è una pugile algerina, è una donna, ha una malattia (l’iperandrogenismo) che le causa livelli di testosterone più alti del normale, è il nuovo caso politico delle Olimpiadi di Parigi. […] Imane Khelif […] si è dovuta difendere da una valanga di fango che il governo italiano (per voce del vicepremier Matteo Salvini, del ministro dello Sport, Andrea Abodi e delle sue colleghe Eugenia Roccella, Daniela Santanchè e diversi esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia) le ha riversato contro. L’accusa è di essere una “transessuale”, di “essere nata uomo” tanto che, in tutte le dichiarazioni, parlano di lei sempre al maschile: «Non è olimpico che un uomo combatta contro una donna», dice Salvini.
Si tratta di una bugia. Imane Khelif non è mai stata un uomo. Repubblica ha avuto accesso a diverse fonti e ha consultato atti che parlano chiaro: i documenti sportivi, ma anche i passaporti depositati al Cio dal suo paese, l’Algeria (che tra le altre cose non consente nemmeno il cambio di sesso), certificano che Khelif è una donna. […] ieri alcuni media algerini […] sono stati persino costretti a pubblicare una foto della pugile da bambina «per fermare l’onda di fake news e di odio che arriva dall’Italia» hanno scritto, citando Salvini e persino Elon Musk che ha rilanciato un tweet su questa vicenda.
«Siamo sconvolti» ha detto il Comitato olimpico algerino in una dichiarazione ufficiale, «per gli attacchi immorali che Imane sta subendo: tutte menzogne, del tutto ingiuste, in un momento cruciale». Il problema nasce da quanto accaduto lo scorso anno: quando Khelif è stata squalificata dai Mondiali di Nuova Delhi. Aveva combattuto per l’intera competizione ed era giunta in finale: i test medici effettuati dall’Iba, la Federazione di boxe (che non è all’interno del Cio e in continuo contrasto con il comitato olimpico internazionale) però «non soddisfacevano i criteri di ammissibilità richiesti per partecipare in una competizione femminile».
Imane non aveva presentato ricorso ma aveva gridato al «complotto», sostenendo che lei era una «donna e con le donne devo boxare». Il presidente dell’Iba, il russo Umar Kremlev aveva detto all’agenzia di stampa russa Tass che la pugile non era una donna: «Abbiamo trovato cromosomi XY nelle sue cellule», facendo intendere quindi che fosse nata uomo.
Una bugia: Imane soffre di iperandrogenismo, cioè ha una maggiore presenza di testosterone nel corpo. Un caso raro, ma non unico. […]
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