L’allenatore del Real Madrid, Carlo Ancelotti, torna sulla questione Vinicius-razzismo in conferenza stampa.
«Siamo tutti preoccupati per quello che è successo. Mi sembra giusto che si parli tanto di questo argomento. E’ una grande opportunità per migliorare le cose. Vinicius è triste e oggi non si è allenato perché aveva un piccolo malessere ginocchio». Vinicius è una vittima, ha detto Ancelotti.
«Lui è stato una vittima, lo è, di quello che sta accadendo. A volte viene biasimato: lui provoca, l’atteggiamento… no. Parliamoci chiaro: lui è la vittima di tutto questo. Come i tifosi che si comportano in modo impeccabile. E, a proposito, quando parlo di Mestalla non è per 46.000 persone, ma per un gruppo che si è comportato molto male. Come a Maiorca, Valladolid… è una consuetudine. Al di là del razzismo, insultare sembra essere diventato una consuetudine. Mi sembra che quello che ha detto Xavi sia esemplare: perché normalizziamo gli insulti nel calcio? È intollerabile. Deve finire. In panchina ti chiamano “figlio di puttana”, “frocio”, dicono “deve morire tua madre”. Perché? Tutto questo è una grande opportunità per fermarlo. E voglio dire che la Spagna non è razzista; ma c’è il razzismo in Spagna. E deve cambiare».
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Sulle immagini del Var, Ancelotti: «Manipolare l’immagine è gravissimo. Non so se sia accaduto questo o se si sono dimenticati di mettere tutte le immagini. Vinicius è stato aggredito, prima dal portiere e poi da Hugo Duro. Se vieni attaccato devi difenderti».
Il protocollo contro il razzismo è obsoleto? Ancelotti: «Penso di sì. Perché se devi applicare il protocollo, lo devi applicare da quando il pullman arriva allo stadio. Così finisce la storia di chi dice che è un provocatore. Non lo è… e non è un caso isolato. Non sono 46.000 persone razzisti e lì mi scuso, ma non ce ne sono né uno né due. Il protocollo va applicato due ore prima della partita e durante la partita. È obsoleto».
Ancelotti continua portando come esempio il calcio inglese. «E’ bello condannare, ma non basta. Voglio che si agisca e ancora non è stato fatto. Ci sono Paesi dove non ti insultano, come l’Inghilterra. Lì l’hanno risolto da molto tempo: quando hanno espulso gli inglesi dall’Europa per cinque anni. Hanno agito. E potrebbero esserci casi isolati di razzismo, ma non c’è polizia alle partite dell’Inghilterra. Guarda! Qui sembra che tu stia andando in guerra: camion sopra, camion di lato… ma cos’è questo?».
Ad Ancelotti viene chiesto cosa lo ha deluso di più nelle ultime 48 ore. «Sto aspettando di vedere cosa succede. Speriamo che succeda qualcosa. E sono preoccupato, ovviamente. Perché per me è un momento importante. È fondamentale che prendano provvedimenti… e guardo alla Federazione e alla Liga».
Vinicius vuole andare via? Ancelotti lo esclude. «Penso di no, perché ama il calcio e ama il Real Madrid. Il suo amore per il club è grande e vuole fare carriera qui».
Continua: «Non ha perso le speranze. Vedremo la sanzione che avrà e valuteremo di dargli più o meno giorni di riposo. Se perderà due partite gli concederò una settimana di ferie, per essere pronto contro l’Athletic. E se perde una partita, no, giocherà a Siviglia».
Ai razzisti si dovrebbe dare un nome e un cognome? Ancelotti: «È una delle misure che si possono prendere, sì. A Valencia penso che lo faranno. E se seguiamo quella linea, ci saranno molti nomi e cognomi. Ma non può essere l’unica misura».
Ad Ancelotti viene chiesto se rimpiange di non aver mandato i suoi giocatori negli spogliatoi, rifiutandosi di giocare. «È qualcosa a cui ho pensato, sì. Ho chiesto al calciatore se voleva continuare e l’arbitro gli ha chiesto di farlo, quindi quella possibilità è finita lì. Ma ovviamente è una possibilità. Spero di non doverlo mai fare , perché non voglio “C’è un giudice che è responsabile di prendere quella decisione. Si spera. Ma… è una possibilità».
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