Da gazzetta.it
Si è concluso il Consiglio di Lega Serie A, riunito per discutere del calendario e del rapporto coi broadcaster che non hanno saldato l’ultima rata stagionale dei diritti tv.
"Il Consiglio di Lega, riunitosi oggi pomeriggio, ha confermato, per quanto riguarda il rapporto con i licenziatari dei diritti audiovisivi, la linea del rispetto dei contratti, in ottemperanza alle delibere assunte dall'Assemblea dello scorso 13 maggio. Il Consiglio di Lega ha, inoltre, analizzato le diverse ipotesi di calendario che consentano la disputa di tutte le restanti gare di Serie A TIM e di Coppa Italia e ha deciso, nelle more dell'incontro istituzionale che si terrà giovedì con il Ministro per le Politiche giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora, di aggiornarsi su questo tema venerdì mattina". L'assemblea è convocata in videoconferenza alle 9.30 in prima convocazione e alle 11.30 in seconda.
IL NODO DIRITTI-TV C’è quindi la volontà dei club di richiedere il pagamento della sesta rata, anche a costo di partire con i decreti ingiuntivi, spostando la partita in Tribunale. La Lega ha deciso di presentare domani un decreto ingiuntivo contro Sky presso il Tribunale di Milano.
Secondo l'agenzia Agi, la decisione è definita da fonti interne come "obbligata" di fronte al mancato rispetto delle scadenze contrattuali e dei pagamenti. Su un altro fronte, meno urgente, resta da affrontare la richiesta del ministro Spadafora di permettere a tutti di vedere i gol “in chiaro”, per evitare assembramenti nei locali pubblici. Un’intesa su questo punto appare complessa e una via di uscita potrebbe essere la trasmissione in chiaro degli highlights delle gare subito dopo il 90’. La proposta sarà sottoposta nella riunione di dopodomani con il Governo.
LA RIPRESA In attesa di una decisione definitiva, quella del 13 giugno resta per club e Lega la data auspicabile per la ripresa della Serie A. Tra i club c’è chi, per armonizzare subito la classifica anche nell’eventualità di un nuovo stop, spinge per ricominciare partendo dai recuperi Atalanta-Sassuolo, Verona-Cagliari, Inter-Sampdoria e Torino-Parma. E chi invece preferirebbe iniziare con le 10 partite della ventisettesima giornata o addirittura con la Coppa Italia.
IL NODO QUARANTENA
Il nodo resta stretto intorno al tema «quarantena». Questione regolamentata da una norma di stato: in caso di positività Covid (dunque anche di un calciatore o di un membro dello staff) sono previste due settimane di isolamento. Argomento che per i club continua a minacciare lo svolgimento degli allenamenti così come ripresa ( e conclusione) dei campionati.
Per questo Lega e Figc, nell' ultimo protocollo consegnato al Cts, accettano le condizioni ma nella speranza che, in considerazione dei movimenti della curva epidemiologica, il periodo di eventuale quarantena possa essere in futuro ridotto. L' indiscrezione riportata da alcuni media riguardo a un accordo ufficioso tra le parti (Figc-Lega e Cts) su un alleggerimento della norma (passando da due a una settimana di isolamento) ha portato alla reazione del Cts. «La quarantena è sempre di due settimane. Ipotizzare un trattamento particolare per i professionisti del calcio è fuorviante e provocatorio, tendente a creare un clima di scarsa fiducia nell' attendibilità e nel rigore etico con cui il Cts affronta i problemi legati alle riaperture del Paese».
A 24 ore dal vertice con il governo non devono esserci equivoci, anche se la questione non sarà oggetto di pronunciamento odierno. Resta tema per il futuro prossimo: è speranza condivisa che i dati sull' emergenza portino a un alleggerimento delle norme. Il calcio ha i suoi buoni motivi per sperare.