Matteo Pinci e Franco Vanni per “la Repubblica”
Era autunno quando la delegazione di una grande società italiana si fece ricevere dall' ufficio sport del governo per una richiesta insolita: «Ci aiutate a ridurre gli stipendi dei calciatori?». In realtà a cercare sponde politiche per chiedere interventi che riducessero costo del lavoro e buste paga sono stati in tanti, in Serie A.
Il 16 febbraio il calcio italiano dovrà aver versato 215 milioni di stipendi, le mensilità di ottobre e novembre. Le offerte delle tv non hanno (ancora) dato certezze per il futuro: dopo l' apertura delle buste di ieri e con ancora pendente la rata di 130 milioni di Sky, tanti rischiano di non farcela.
Un aiuto arriverà oggi dal consiglio federale.
La Federcalcio già s' era schierata in prima linea a livello europeo chiedendo alla Uefa un intervento trasversale, un taglio incondizionato degli stipendi del calcio del 20-25%, raccogliendo pochissime adesioni, molti pareri contrari anche da altre federazioni (ad esempio quella spagnola) e anche da Ceferin non è che Gravina, n.1 della Figc avesse ricevuto una pacca sulla spalla, anzi.
Ma oggi la stessa Federcalcio benedirà un via libera formale agli accordi con i calciatori: chiunque non fosse in grado di pagare gli stipendi potrà rimandare i pagamenti, a patto di avere un accordo firmato con i dipendenti in sede protetta, ossia alla commissione provinciale del lavoro.
gravina dal pino foto mezzelani gmt
Non serve nemmeno averlo con tutti: l' importante sarà pagare regolarmente chi non dovesse aderire. Un intervento che non è formalmente uno spostamento del termine dei salari, ma che può produrre l' effetto di permettere a chi non fosse in grado di pagare di accordarsi per versare gli stipendi più avanti. Anche a maggio. Ieri l' Inter ha saldato luglio e agosto, e non è l' unica in ritardo. Ma tanti sono in regola, il Napoli è l' unica ad aver già bonificato oltre alle mensilità di novembre e dicembre anche gennaio.
Con gli stadi vuoti e gli sponsor latitanti, oggi le risorse si limitano alle entrate delle tv. Ma il contratto scade a giugno e il futuro è ancora incerto. Da ieri, si sa che Dazn vuole scalzare Sky come principale broadcaster del calcio italiano.
L' ha detto l' amministratore delegato della Lega di A, Luigi De Siervo, dopo avere letto le offerte dei quattro operatori che si candidano a trasmettere le partite per il triennio 2021/2024: «Dazn si vuole affermare come primo operatore per la trasmissione del calcio, facendo concorrenza a Sky, come già fa in diversi Paesi».
In Bundesliga Dazn ha l' esclusiva delle gare di venerdì e domenica, mentre a Sky resta il sabato. Sempre in Germania, ha acquistato i diritti per trasmettere 121 gare di Champions League su 138. Le altre le ha Amazon. E proprio il colosso della distribuzione globale è stato il grande assente in questo primo giro di offerte in busta chiusa per aggiudicarsi i diritti della Serie A.
A fare offerte, oltre a Sky e Dazn che oggi trasmettono rispettivamente 7 e 3 partite di ogni giornata, sono state Eurosport e Mediapro. La super azienda di Jeff Bezos, che ha già investito nella Champions, non si è invece presentata.
L' interesse per acquisire qualche giornata è stato bocciato preventivamente dalla Lega: «Con la Champions Amazon ha già assorbito parte della sua capacità d' investimento - dice De Siervo - forse avrebbe potuto proporci una formula simile a quella che ha scelto in Premier, dove trasmette per intero tre giornate. Ma sarebbe significato costringere gli appassionati di calcio a fare un abbonamento in più. Non abbiamo voluto». Non è da escludere che Amazon stringa accordi per essere partner di chi avrà i diritti.
Per il futuro, un aiuto arriverà dai fondi d' investimento Cvc, Advent e Fsi che trattano l' ingresso in una media company con la Serie A.
La trattativa è avanzatissima, giovedì si potrebbe arrivare all' attesa fumata bianca che darebbe ossigeno ai club, garantendo, solo con la prima tranche, qualcosa come 100 milioni alle squadre di vertice. Il problema è che non arriveranno prima di giugno, finché non cadranno le condizioni sospensive (antitrust eccetera). In realtà, il deal non è ancora chiuso: l' ultimo ostacolo sono le clausole di responsabilità sulla possibile uscita di club di vertice, per partecipare a campionati europei stile Nba. I club non vogliono assumersene l' onere, tanto meno i fondi. I soldi della Serie A, insomma sono ostaggio dello spettro della Superlega.
jeff bezos dazn amazon champions dazn