Estratto dell'articolo di Erica Dellapasqua e Paolo Foschi per www.corriere.it
Luigi Mantegna in arte Louis «petto d’angelo» per la gabbia toracica esposta, 47 anni di Ceccano in provincia di Frosinone, è il pugile professionista che non vince mai, ma continua a salire sul ring, finendo ogni tanto anche in ospedale come quando – era il 2018 – gli ruppero la mandibola. Nell’ambiente del pugilato lo conoscono come il pugile a cui l’arbitro non alza mai il braccio, in segno vittoria. Totale incontri 109, vittorie 2, sconfitte 105, pareggi 2. […]
PUGILE COLLAUDATORE
Mantegna in gergo tecnico è un cosiddetto collaudatore. Si chiamano così, nell’ambiente del pugilato, quei professionisti che non puntano tanto a vincere, anche perché questo racconta la loro storia, ma sono considerati indispensabili per far crescere e vincere gli altri, i loro avversari […]
LA FIDANZATA TIZIANA
Mantegna – fidanzato da una vita con Tiziana che ha promesso di sposare ormai quattro anni fa ma alla fine per un motivo o per l’altro si rimanda sempre – non è sorpreso del ruolo che gli ha attribuito la boxe: di secondo o, tecnicamente, di perdente, almeno nei match. «E’ la storia della mia vita – non edulcora -, anche quando le cose sembrano migliorare, e salgo verso la cima della montagna, ecco che poi baaaam, ricado». Per esempio? «Ho avuto grandi dolori, persone che sono mancate, e poi ogni tanto un pasticcio: la verità è che, come dico sempre, per essere pugile bisogna permetterselo, allenamenti ogni giorno da mattina a sera, ma poi da mangiare a casa chi lo porta? Ecco, io non ho mai avuto un paparino con l’azienda…»
IL LAVORO ALL'AUTOSPURGO E LE SERATE
Quindi Luigi ha sempre dovuto lavorare, prima un tempo determinato in un autospurgo e poi il «piano B», musica e intrattenimento nei locali o ai matrimoni […] Questo mentre, negli anni – dall’11 giugno 1998 con l’iscrizione alla Federazione pugilistica dilettanti e poi nei professionisti Superwelter – sul ring ha continuato a insistere, insistere, insistere. Pugni e sacrificio: «Devo seguire la dieta, soprattutto in vista degli incontri, ed è capitato che mi sia fatto male forte, infatti quella volta della mandibola ero lì lì per mollare. Ma poi non ce l’ho fatta…»
LA VITTORIA NELLA CITTÀ DEL MANTEGNA
Dice che non combatte per i soldi, se va bene 800 euro a incontro, che sono 6 o 7 all’anno. Allora perché, tutte queste botte? «Perché quell’adrenalina, la tensione, la sfida, è un qualcosa da superare e io non riesco a starne lontano». Le due vittorie, certo, se le ricorda bene. Sono arrivate distanti negli anni, una nel 2009 e l’altra nel 2016, e proprio quest’ultima Luigi l’ha presa come un segno, di una carriera forse perdente ma col suo significato: «Ero in trasferta a Mantova, sa, città del Mantegna, me la sono visitata tutta, i dipinti e le opere, dicendomi "va bene anche così"».
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