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Francesco Sessa per corriere.it - Estratti
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Una suite a testa, una piscina in comune in cui scambiarsi qualche battuta, cene insieme ma senza scomporsi. I sei «Re» dell'esibizione di Riyad non si sono lasciati troppo tentare dall'idea di trascorrere qualche giorno di vacanza ben remunerata: Sinner, Alcaraz, Djokovic, Nadal, Medvedev e Rune sono stati trattati da pascià e si sono divisi tra campo, hotel di lusso, eventi «istituzionali» e allenamenti, con l’obiettivo di vincere il Six Kings Slam in un contesto in cui il presente di questi giorni si lega al futuro.
Perché l’idea di Turki Alalshikh — uno degli uomini più influenti di Arabia e promotore del Riyadh Season — è quella di proseguire, partendo da questo anno zero: la speranza è replicare l’evento anche nel 2025, con un format magari rivisto. Non ci si ferma qui, insomma: l’assalto arabo al tennis è appena cominciato.
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(...) La rivalità sportiva tra i sei non si è annullata, nemmeno nelle lussuose sale dell’hotel St. Regis, in cui stanno tutti alloggiando: la sala per i pasti è in comune, con un tavolo per ogni staff e dunque ogni giocatore per sé, insieme al proprio team. C’è spazio per qualche battuta, come quando ci si incrocia nella piscina comune dell’albergo durante le ore di relax, ma tutto resta circoscritto a singoli momenti: i sei tennisti si stanno comportando da rivali, che si rispettano ma pur sempre rivali.
I sei «Re», si diceva, sono stati trattati come tali. Accoglienza di lusso, un bodyguard per ogni giocatore, una suite per ogni staff direttamente nella Kingdom Arena. Anche cibo di livello tra proposte mediterranee e prodotti tipici, come datteri e hummus. Ognuno per sé, con un’eccezione: la cena di ieri sera, riservata ai sei giocatori e a Turki Alalshikh. Sinner, Alcaraz, Djokovic, Nadal, Rune e Medvedev si sono trovati allo stesso tavolo e hanno trascorso tante ore insieme in forma privatissima fino a notte inoltrata: la cena è iniziata molto tardi, dal momento che Rafa e Carlos sono arrivati intorno all’1 di notte una volta terminata la loro partita con tutto il contorno che segue. La cena fino a tarda notte è stato uno «sgarro» già previsto, considerando anche che oggi è giorno di riposo.
Il pubblico e i difetti del campo
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La prima edizione del Six Kings Slam sta per passare agli archivi. Con qualche buon segnale e alcuni aspetti migliorabili. Sicuramente, i giocatori sono rimasti sopresi dal coinvolgimento del pubblico: gli spettatori sono stati partecipi e calorosi. Il palazzetto è quasi sempre stato pieno, nonostante gli alti prezzi dei biglietti.
Migliorabile, sicuramente, è il campo da gioco: sui social è circolato il video in cui Sinner misura un lato del campo un passo alla volta, Rune si è impuntato durante la sfida contro Alcaraz ed è caduto male. Campo duro, poroso, in cui è difficile scivolare, con rimbalzi esagerati tanto che i tennisti se ne sono accorti presto e si sono adeguati: il servizio in kick, per esempio, è spesso diventato ingestibile per il giocatore in risposta. Difetti che comunque possono essere risolti in futuro, come accaduto con l'inquadratura: dopo le lamentele per le riprese dall'alto della prima giornata, già ieri è stata proposta una soluzione più «ordinaria» apprezzata dal pubblico. Prove generali, insomma: l’idea è che questo Six Kings Slam sia solo l’inizio di una nuova frontiera del tennis.
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