Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
igor tudor con la maglia della juve
Se la grande squadra senza più margine di errore fa visita alla piccola squadra euforica, spesso la piccola squadra rischia di disperdere in fretta il proprio entusiasmo. Ma la Juventus che scende a Verona - contro l'Hellas che le ha «regalato» di fatto la qualificazione alla Champions con l'1-1 di Napoli all'ultima giornata - deve fare i conti con il «fattore Tudor»: non solo perché il difensore croato ha giocato sette stagioni in bianconero, ma anche perché l'allenatore arrivato alla quarta giornata a Verona al posto di Di Francesco era nello staff di Andrea Pirlo, con il quale però le cose non sono andate come dovevano, non solo per le difficoltà in campo.
Oggi Tudor parla di «bellissima esperienza», ma a giugno a un quotidiano croato aveva espresso tutta la sua frustrazione: «Oltre a me, Pirlo ha preso anche Baronio che è un suo amico e un analista. Ci ha trattati tutti allo stesso modo: non era giusto, perché io sono un allenatore. Mi sono detto che non sarò più il vice di nessuno».
Con 12 punti in 7 giornate, Tudor ha rimesso in pista una squadra partita con 3 sconfitte nelle prime 3 giornate. Al Bentegodi hanno perso Roma e Lazio, quest'ultima travolta da 4 gol di Simeone, che ai tempi del Genoa fece passare un pessimo pomeriggio ad Allegri, con una doppietta.
Il Verona però ha anche disperso molti punti nei secondi tempi ed è un avversario diverso come filosofia da Empoli e Sassuolo, le due provinciali che hanno steso la Juve: da maneggiare con cura, ma da battere con pazienza, maturità e con Dybala, al quale più che mai si aggrappa Allegri.
Oltre a Kean, anche Chiesa è indisponibile per un affaticamento e Morata non è al meglio (è pronto Kaio Jorge). Rientra Bernardeschi, accanto a Chiellini ipotesi Rugani. Ferita dalla terza sconfitta in 10 partite e dal peggior distacco dalla vetta dopo 10 gare (13 punti) la Juve non può perdere altro terreno: «Non serve dare spiegazioni o parlare, ma soltanto stare in silenzio e lavorare per fare risultati migliori - dice Allegri -: dobbiamo avere più paura, grazie a quella alzi l'attenzione». La voglia di riscatto di Tudor può aiutare la Juve ad avere il giusto timore.