Mattia Feltri per la Stampa - Estratti
Guardate un po' che cos'è il genio. Siccome nelle stazioni ferroviarie e nelle metropolitane si aggirano senza tetto, borseggiatori, ladruncoli vari, ed è diventata la solita emergenza messicana di cui tanto ci piace fare il racconto dell'Italia, la Lega ha scavato nel profondo del suo estro e ne ha estratto la soluzione prodigiosa: aumentare le pene.
E fin qui niente di nuovo. Siamo nel pieno del bagaglio culturale.
Ma stavolta c'è il tocco di classe in più: si è proposto, grazie alla scienza giuridica del deputato Igor Iezzi, e la Commissione giustizia ha approvato, di introdurre un'aggravante per i reati commessi in treno, in metro, nelle stazioni o nelle immediate vicinanze delle stazioni medesime.
Dunque, rubare un portafogli alla fermata di San Babila è più grave che rubarlo in un bar di Andria.
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Come sia sostenibile costituzionalmente una roba simile, ce lo spiegheranno meglio i giureconsulti salviniani. Ma non basta. Per come è scritto l'emendamento, l'aggravante vale per qualsiasi reato. E cioè, corrompere il capotreno prevede l'aggravante che invece corrompere il messo comunale non prevede, a meno di corrompere il messo sul piazzale della stazione Termini e il capotreno in fila all'anagrafe, allora la faccenda si ribalta. Davvero, un genio sconfinato, che arriva persino a mettere in dubbio il celebre detto, secondo cui la differenza fra i geni e gli stupidi è che i geni hanno dei limiti.